Ci hai voluto bene davvero Giacomo, ora puoi tornare a ridere

Giacomo Battaglia doveva avere una profonda ritrosìa verso la morte. Artista di rilievo e ideale ambasciatore della 'regginità', ecco come lo ricorderemo noi di CityNow

“Il mio pensiero riguardo la morte? Non è mai cambiato. Sono profondamente contrario”.

Con questa geniale battuta, degna del suo inconfondibile stile, Woody Allen replicava qualche anno fa ad un giornalista che lo interrogava sul suo rapporto con l’aldilà. Doveva avere la stessa profonda ritrosìa verso la morte anche Giacomo Battaglia.

Forse è questo il modo migliore (una battuta) per descriverlo e salutarlo, piuttosto dei banali e scontati ‘uomo e artista esemplare’, sempre in svendita al mercato dei sentimenti. Doveva essere ‘profondamente contrario’ alla morte per come l’ha combattuta e allontanata, non solo in questi 8 mesi di agonia ma anche negli ultimi anni del suo percorso.

Non aveva mai perso la voglia di sorridere, prima agli altri e poi a sè stesso, nonostante la sfortuna e un destino avverso sembravano averlo preso di mira. Proprio al sorriso e al ridere (“medicina senza controindicazioni”) erano legate alcune delle sue filosofia di vita. Descrivono meglio l’uomo che il comico, due anime non semplici da scindere in Giacomo Battaglia.

Il duo Battaglia & Miseferi ha conosciuto una popolarità a livello nazionale che mai prima (e dopo) è stata possibile replicare da altri artisti reggini. Più di dieci milioni di spettatori, ogni settimana, per diversi anni hanno seguito le celeberrime trasmissioni del ‘Bagaglino‘, che vedevano Battaglia & Miseferi tra i principali mattatori.

É stato l’apice di un lungo tragitto professionale e umano, fatto di comprensibili alti e bassi, ostacoli e traguardi, come la vita del resto impone. Come artista ma non solo, Giacomo aveva ancora tanto da dare ed è questo l’aspetto che rattrista maggiormente. Soltanto pochi giorni prima del malore fatale, si divideva tra il teatro e il nuovo progetto cinematografico, pronto ad uscire nelle sale.

Film che merita di vedere la luce così da essere il suo testamento artistico, considerato l’amore e la dedizione con cui aveva abbracciato fortemente il progetto. Giacomo Battaglia ha amato come pochi altri Reggio (e la Reggina), per queste ragioni paradossalmente non era un vero reggino.

Comprendeva infatti, possedendole in modo accentuato, alcune peculiarità e lati positivi dei reggini, ma allo stesso tempo era privo (o quasi) dei difetti endemici che colpiscono chi nasce e vive in questa terra. Era più puro di tutti noi, meno disposto alla negatività e l’invidia.

Non c’è posto per me nell’infinito carrozzone di amici e ‘fratelli’ che attraverso i social network stanno salutando con affetto Giacomo Battaglia. Non era un mio amico, ma in quanto artista di rilievo e ideale ambasciatore della ‘regginità’  è come se lo fosse.

Nell’epoca dei social network e di Whatsapp, tutto rimane e nulla scompare. Giacomo, in una delle sue tante battaglie e purtroppo l’ultima combattuta, aveva sposato con forza e determinazione la causa di CityNow, riguardo la riapertura del Teatro Siracusa come casa della cultura e dell’arte.

Dopo aver chiesto (quasi preteso, tanta era la voglia di dare una mano) un’intervista a riguardo, si era lanciato in un sincero a accorato appello. Avendo calcato il palcoscenico del Siracusa, era doppiamente animato dalla speranza di vederlo riaperto.

“Abbiamo vinto”, mi scriveva in quella che rimarrà purtroppo la nostra ultima conversazione, riguardo la notizia di una possibile riapertura del Siracusa con le istituzioni locali pronte a dare un contributo economico. Non abbiamo ancora vinto Giacomo. Per riuscire nell’intento ci sarebbe servito il tuo aiuto, il tuo animo da guerriero, sinteticamente rappresentato dal tuo cognome. Se ogni artista che dà lustro alla propria terra merita di essere ricordato degnamente, ogni artista comico lo merita ancora di più.

Far sorridere infatti è un regalo che pochi possono permettersi, dal valore inestimabile. Non è un caso se da Buster Keaton e Charlie Caplin passando per Totò e Alberto Sordi, le morti dei comici vengono metabolizzate dal pubblico con particolare tristezza. Quasi un ‘tradimento‘, per averci lasciati soli, ad obbligarci a riflettere sulla vita. Privati dell’irrinunciabile potere salvifico della risata.

In un mondo riempito di parole e svuotato di gesti, sarebbe bello un giorno vedere il Teatro Siracusa riaperto, magari con un piccolo cambiamento soltanto, il nome: ‘Teatro Giacomo Battaglia’, sarebbe un riconoscimento dovuto per la carriera e l’immenso amore nutrito per Reggio Calabria.

Nel frattempo, puoi finalmente tornare a ridere. Non vorrai passare di moda proprio tu…