Musikanten - Mamhood è l'Italia che verrà

Musikanten, la rubrica musicale di CityNow, torna a parlare d Mahmood, ultimo vincitore del Festival di Sanremo

Sanremo è lo specchio dell’Italia, ma soprattutto è un luogo magico, capace di rivelare quello che sta per accadere. Succede da sempre, ed è forse il motivo per il quale riesca a resistere alle intemperie, attraversando fasi diversissime tra loro, crisi, discese ardite e risalite.

Negli anni ’70, Sanremo stava scomparendo, aveva paura a uscire, per entrare nelle case, dai televisori, dalle radio, dai bar. Poi sono arrivati gli scintillanti anni ’80, e ce la siamo ritrovata qua. Così com’è, così come sarà. Speriamo.

Nel 2019, dopo aver lavorato a qualcosa come 21 Sanremo, con una sola pausa nel 2017, visto che stavo pensando bene di morire la sera prima di partire, ho davvero visto qualcosa di nuovo.

Posso persino dire di non essermi mai divertito così tanto, perché Sanremo è una grande festa, e ci si ritrova tutti. Certo, per questioni personali e soprattutto professionali, non posso sbilanciarmi molto nel raccontare il dietro le quinte, ma posso ampiamente sottoscrivere quanto stiano dicendo i giornalisti più lungimiranti e dotati di sesto senso: Mamhood era destinato a vincere, e non certo per fare dispetti politici a chi blocca le navi, e scusate se parlo di politica su CityNow, ma non è colpa mia se la politica decida di intromettersi troppo, a Sanremo. O vorrebbe.

Mamhood è primo in classifica, perché è bravo, perché se lo merita, perché è una spanna sopra. Una settimana fa, quando ho scritto l’articolo sulla nostra conterranea, Loredana Bertè, ho elencato esattamente quello che penso, ma rimane il fatto che lei sia super partes. Per le standing ovation ricevute, è più super ospite di tutti i super ospiti passati dall’Ariston.

Al mio primo Sanremo, nel ’98, Raimondo Vianello invitò Madonna, su suggerimento di Sandra Mondaini. Pochi lo sanno. Lui sembrò freddo, è vero, ma il pubblico lo fu particolarmente. Nessuno si alzò dalla poltrona, come si sono alzati con Loredana. Non c’era emozione. Era solo promozione. C’ero, e posso dirlo. Oggi, con Ultimo che rifiuta di andare in copertina su TVSorrisi e Canzoni e gioca a fare il sovranista, ci si mette anche Simone Cristicchi, rispolverato dopo anni di oblio.

Mi spiace per Cristicchi, ma non puoi pretendere di venire a cantare Sarkono Sarkozy e di tornare dopo anni di teatro, refugium peccatorum di tutti, alibi per non dire che si stia attraversando un periodaccio, e di vincere come con “Ti regalerò una rosa”. Prima di tutto perché “Ti regalerò una rosa” era molto più pop e toccava un tema importante, tanto da essere scelta come colonna sonora di un capolavoro come “Abbraccialo per me”, e poi perché si pecca un po’ troppo di presunzione. E poi perché sono passati Dodici anni.

Nessuno di questi si è mai alzato alle 4:00 per andare ad alzare le saracinesche di un bar, come ha fatto Mamhood. È una settimana che provo schifo, perché non trovo altri termini, per quelle giornalaie che sostengono abbia vinto Maometto. Come è ingiusto, profondamente, doversi giustificare in quanto nati a Milano. Le origini vanno rispettate.

L’Italia è un meltin’pot culturale, dalla notte dei tempi. Lo dovremmo tenere presente, aprire i porti e soprattutto le porte al nuovo, anziché chiudersi nella roccaforte delle certezze alla Al Bano maniera. Uno che, per la cronaca, su Canale 5 esalta Michael Jackson solo per dire che gli abbia rubato una canzone.

Tesi alla quale i giudici diedero ragione, ma che non mi ha mai personalmente convinto del tutto. Mentre nel 1984 vinceva Al Bano, ancora “Albano e Romina”, e vennero i Queen, a cantare i playback. Bella figura… Italianate della peggior specie, altro che difesa della Musica Italiana. Si cantava sulla base, non c’era nemmeno l’orchestra, e si viene a parlare di grave attacco alla Musica Italiana? A me sembra un affronto alla Musica vera, e Freddie Mercury ebbe l’ironia di non simulare nulla.

Con artisti come Mamhood e i produttori che ha al suo fianco, ossia Dario Faini e Charlie Charles, finalmente torniamo a parlare al Mondo. E per parlare al Mondo non si può imporre che una canzone su Tre sia italiana, perché le logiche alla ovetto Kinder vanno bene solo alla Ferrero, e non se si decida di intraprendere la via della Cultura, grande assente nell’Italia di oggi.