Dal mare di Riace nuovi rinvenimenti legati ai Bronzi, Braghò: 'Scoperta importantissima'

Una pupilla in bronzo ed altri reperti riaprono il dibattito sull'esistenza di un'altra statua e sul rinvenimento dei Bronzi di Riace

È luogo comune affermare che “la storia si ripete” e sembra esser accaduto proprio questo a Riace dove, oltre 50 anni dopo il rinvenimento dei magnifici Bronzi, un subacqueo ha portato alla luce dei reperti che sembrano essere legati ai due guerrieri simbolo della città di Reggio Calabria, oggi punta di diamante del Museo Archeologico.

In una conferenza stampa, fortemente voluta dall’amministrazione comunale, ed alla presenza di diversi esperti, il prof. Braghò, da sempre appassionato di Bronzi ed a caccia della verità in merito alla loro storia, ha raccontato quanto accaduto questa estate e gli accertamenti in corso per stabilire i legami con il ritrovamento di Mariottini.

Nuovi rinvenimenti legati ai Bronzi di Riace

Pupilla Iride

Professore, studioso, giornalista e anche subacqueo, Giuseppe Braghò torna spesso a Riace che, nel corso della conferenza stampa odierna, dal titolo – non a caso – “Colpo d’occhio” ha definitivo “una seconda casa” per delle immersioni ricreative.

“Giorno 1 agosto sono venuto qui, nella mia vera patria a fare un’immersione di affezione. Per me Riace è la mia vera patria. Ho girato il mondo, ma qui c’è qualcosa che mi affascina e mi trascina. Come sono solito fare, sono andato a salutare gli scogli del rinvenimento dei Bronzi e stavo per tornare a riva. Solitamente, però, dall’immersione portiamo sempre qualcosa a casa dal fondale, mia moglie ha un vaso pieno di ricordi e, in quell’occasione, sono stato attratto da una forma strana, un sassolino circolare. Mi ci è voluta una frazione di secondo per capire che si trattava di qualcosa di molto più particolare.

Nelle vicinanze di porto Forticchio quella che capisco immediatamente essere una pupilla in bronzo, completa di iride e alette di fissaggio. Si trattava inequivocabilmente di un complemento importantissimo.

Quando si costruiva una statua come quella dei bronzi, infatti, l’interno conteneva ancora la terra di fusione. La prima a prender forma era la sclera in avorio, al centro si scavava una fossetta per poter ospitare la pupilla completa di iride e si ancorava dall’esterno, a freddo, proprio con le alette”.

Vista la vicinanza con il luogo di ritrovamento delle statue bronzee, l’esperto ha definito quest’ultimo rinvenimento “di pertinenza dei Bronzi”.

“La pupilla è in uno stato di buona conservazione, anche se il contatto con la sabbia è ovvio l’abbia rovinata. Nella medesima occasione ho rinvenuto anche dei chiodi e rivetto in rame. Così, pieno di entusiasmo, sono rientrato a riva e ho valutato cosa fare, la legge dice che bisogna consegnare tutto entro 24 ore.

L’indomani – ha spiegato Braghò tornato dall’immersione intorno alle 20:00 – dopo una notte insonne ho immediatamente allertato i carabinieri del patrimonio culturale di Cosenza e il sottosegretario Borgonzoni e il dott. Fabrizio Sudano. Ho rispettato i canoni dell’art. 90 dei codici urbani e infatti due militari sono venuti presso il mio appartamento di Vibo Valentia per il ritiro ed il verbale di consegna dei reperti”.

Quasi tre mesi sono passati da quel giorno e Braghò ha deciso, insieme agli amici archeologici, di rendere la notizia di dominio pubblico, pur “rispettando i tempi delle istituzioni, che tra analisi e burocrazia sono molto lunghi”.

“Non potevamo più attendere – ha spiegato nel corso della conferenza. Da un punto di vista sociologico. questo rinvenimento apre discussioni accademiche e dottrinali e di intervento, non si tratta di supposizioni, ma di cose tangibili”.

I possibili scenari

Chiodi Rivetto

Gli esperti presenti al tavolo, Francesco Laratta (Archeologo subacqueo) e Antonio Arcudi (Archeologo), hanno risposto alle domande dei presenti, tenendo bene a mente che, fin tanto che non saranno ultimate le analisi è possibile fare unicamente delle supposizioni.

Ad un occhio attento appare chiaro come gli occhi del Bronzo B siano completamente differenti da quello rinvenuto, mentre non è da escludere l’appartenenza della pupilla al Bronzo A – a cui manca un occhio – e le cui dimensioni sembrano essere coerenti.

“Non ci possiamo esporre più di tanto – ha precisato Laratta – adesso possiamo fare solo illazioni. Ma possiamo dire che il Bronzo A, sarebbe di certo il “candidatoideale. È vero, anche, però che non si può escludere del tutto la presenza di un altro bronzo. La pupilla potrebbe appartenere ad una statua che si trovava nelle prossimità di porto Forticchio. Ci auguriamo che la Soprintendenza avvii delle ricerche per portare alla luce la verità”.

Il dibattito, al quale ha preso parte anche il sindaco di Riace Antonio Trifoli, si è concluso con un appello da parte di Braghò:

“Auguro a Riace un futuro prossimo denso di avvenimenti che potranno ravvivare le visite e l’interesse al territorio che è uno scrigno di memorie celate agli occhi”.