Reggio scende in piazza contro il lockdown. Rabbia e tensione sul finale

Cittadini di Reggio Calabria protestano contro il nuovo DPCM e la mala gestione della sanità. Nel finale tensioni che hanno rovinato una manifestazione pacifica

Almeno cinquecento le persone scese in piazza, in quel di Reggio Calabria, per contestare il nuovo DPCM annunciato dal Premier Giuseppe Conte lo scorso mercoledì. Il Decreto, che entrerà in vigore il 6 novembre e durerà fino al 3 del mese prossimo, non ha raccolto particolari consensi nel nostro territorio. La regione calabrese, infatti, è stata inserita tra le “zone rosse“, e quindi considerata ad alto rischio (in riferimento alla diffusione di Coronavirus). Il motivo? Una scarsa organizzazione della sanità regionale che si ritrova con pochi posti letto di Terapia Intensiva e poco personale sanitario. Un’eventuale ondata, sarebbe difficoltosa da gestire. Quest’ultimo, per l’appunto, ulteriore motivo di protesta.

UNITI SOTTO IL GRIDO DI “LIBERTÀ”

Accorsi come detto prima in massa, i cittadini reggini hanno manifestato in contemporanea con Cosenza e Catanzaro. Un microfono messo a disposizione di tutti, ha consentito a chiunque volesse esprimere un concetto, di poterlo fare. Tra un appello e l’altro, al via i cori da stadio: “liberta” e “vergogna” dominavano la scena.

Protesta Zona Rossa Calabria

RICHIESTA AL PREFETTO E INVITO A “DISOBBEDIRE”

Tra un intervento e l’altro, la richiesta collettiva dei manifestanti era quella di poter essere ricevuti dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani. Colloquio (al quale avrebbe partecipato solo una piccola rappresentanza) che alla fine non c’è stato.

L’appello di alcuni commercianti, spinti dalla voglia di protesta nei confronti di “un provvedimento ingiusto e vergognoso”, si è tradotto sul finale in un “è arrivata l’ora di disobbedire pacificamente. Non chiuderemo i nostri negozi, non ci abbasseremo al volere dello Stato che è incapace di governare.”

Protesta Zona Rossa Calabria Striscione

DOVE SONO GLI 86 MILIONI DESTINATI ALL’INCREMENTO DELLE TERAPIE INTENSIVE?

La rabbia del popolo reggino si è concentrata infine sugli 86 milioni di euro giunti alla Regione Calabria (previsti dal decreto 34 del 19 maggio 2020), che sarebbero serviti ad incrementare i posti di Terapia Intensiva in via preventiva. Questi, avrebbero evitato l’inserimento del territorio nella zona rossa. Chieste a gran voce delle spiegazioni.

TENSIONI SUL FINALE

Nel corso della manifestazione sono scoppiate nelle vie adiacenti a Piazza Italia delle bombe carta, fatte esplodere però da soggetti esterni da quelli che erano gli organizzatori della manifestazione. La protesta si è svolta in maniera pacifica e nel pieno rispetto delle norme anti Covid. Nei minuti finali qualche spintone di troppo ha rovinato un clima che sarebbe stato perfetto sotto l’aspetto dell’ordine pubblico. Per placare gli animi e per limitare calci e spintoni, è stato necessario l’intervento delle forze della Polizia di Stato.

Protesta Zona Rossa Calabria Polizia