Agguato mortale nei boschi di San Pietro di Caridà: a sparare due sicari con il volto coperto
La ricostruzione è stata possibile anche grazie alle indicazioni del cognato, che si trovava insieme alla vittima
30 Maggio 2025 - 08:17 | Comunicato Stampa

Un agguato in piena regola, pianificato nei dettagli e messo in atto con modalità che riportano alla mente scene da esecuzione. È quanto accaduto a San Pietro di Caridà, piccolo comune della provincia di Reggio Calabria al confine con il Vibonese, dove nella giornata di ieri ha perso la vita un giovane operaio di 27 anni, Michele Vallelunga. La dinamica, ricostruita dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, lascia pochi dubbi sulla volontà omicida dei due aggressori. Di seguito, il resoconto completo dell’episodio.
Hanno atteso le loro vittime nascosti dietro una siepe e quando li hanno visti arrivare hanno aperto il fuoco con fucili caricati a pallettoni, celando il loro volto sotto dei passamontagna.
E’ questa la dinamica, ricostruita dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, dell’agguato nel quale è rimasto ucciso un operaio 27enne, Michele Vallelunga in località Prateria a San Pietro di Caridà, comune del Reggino al confine con la Provincia di Vibo Valentia. A sparare sono stati due uomini.
La ricostruzione è stata possibile anche grazie alle indicazioni dell’uomo che si trovava insieme a Vallelunga, Salvatore Oppedisano, fratello della fidanzata della vittima – con la quale sabato dovevano fare la promessa di matrimonio – e di Domenico Oppedisano, l’operaio agricolo ucciso l’8 aprile 2024 sempre a San Pietro di Caridà.
L’uomo, che ha riportato solo una lieve escoriazione al naso e non è stato raggiunto dai pallettoni, ha raccontato che insieme a Vallelunga sono saliti su un trattore per recarsi in un bosco a tagliare legna.
Giunto in prossimità di una siepe ha notato due uomini con i volti coperti da passamontagna che sono usciti fuori ed hanno iniziato a sparare. Oppedisano è riuscito a gettarsi dal mezzo finendo in una scarpata, mentre per l’altro non c’è stato scampo. Raggiunto al torace ed alla testa dai pallettoni, l’uomo è morto sul colpo. Oppedisano è quindi riuscito a chiedere aiuto facendo intervenire le forze dell’ordine.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Palmi e condotte dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, puntano adesso a stabilire se entrambi fossero obiettivi dei sicari o se questi volessero uccidere uno dei due in particolare. Al momento è stato escluso che vi sia un sospettato.
Fonte: Ansa Calabria