Operazione Cenide, il prezzo della corruzione dell’affaire Caronte&Tourist

Gli interventi diretti e mirati di dell’Ufficio tecnico per velocizzare l’iter procedurale per la realizzazione del Telepass, in cambio dell’assunzione del figlio

Intercettazioni, acquisizioni documentali, sopralluoghi e repertazioni fotografiche. Il compendio probatorio a supporto della richiesta cautelare avanzata dal Pm, circa la corruzione alla base della realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione della “Caronte&Tourist”, è considerato fondato da parte del Giudice perché fornisce “uno spaccato di rara ed inequivoca chiarezza in merito agli accordi sottostanti al pagamento del prezzo della corruzione”. Dall’esame della documentazione per gli inquirenti sono state ricostruite “in maniera precisa” le condotte contrarie ai doveri d’ufficio poste in essere da Francesco Morabito e Giancarlo Trunfio, inerenti la pratica per il rilascio del permesso di costruire avanzato nell’aprile del 2018 da Antonio Repaci quale presidente del CdA della Caronte&Tourist Spa, in cambio di utilità “nella specie rappresentate dall’assunzione di Gianluca Trunfio, figlio del responsabile del settore tecnico”.

Come detto al centro dell’indagine i lavori di riorganizzazione dell’area Villa Agip insieme alla realizzazione del nuovo impianto di bigliettazione, che Repaci e Fimiani volevano fosse realizzata in tempo per la stagione estiva, periodo di maggior transito di veicoli sullo Stretto. Per gli inquirenti Morabito e Trunfio hanno messo in campo “interventi mirati e diretti” tesi a favorire e velocizzare l’iter istruttorio della pratica in particolare in riferimento alla risoluzione delle problematiche insorte in ordine alla disponibilità del sito, di proprietà Anas, in cui era stata ipotizzata la realizzazione di parte dei lavori per la biglietteria Telepass nonché con riferimento alla presenza dello svincolo autostradale a poche decine di metri dalle opere edili necessarie, che quindi avrebbe richiesto il coinvolgimento della stessa Anas. Morabito e Trunfio, rispettivamente responsabile del procedimento e dirigente del Settore tecnico-urbanistico, conoscevano le difficoltà relative ai lavori, anche grazie alla nota del Comandante della Polizia Municipale (nov. 2017), tanto che gli stessi nel rilasciare il parere favorevole a febbraio 2018 chiesero alla società Caronte&tourist di depositare il titolo di proprietà delle particelle interessate all’intervento proposto ed un parere dell’Anas in relazione alle eventuali interferenze lungo lo svincolo.

Nel corso delle indagini sono stati registrati diversi incontri tra Morabito e Repaci, per almeno due motivi. Da una parte per velocizzare l’iter istruttorio per il rilascio delle autorizzazioni, dall’altro per l’assunzione del figlio di Trunfio da parte della società di navigazione. Nell’aprile del 2018 a distanza di appena una settimana dal deposito della richiesta avanzata da “Caronte&tourist”, Morabito, in compagnia di Trunfio si reca da Repaci per perorare la causa dell’assunzione del figlio del responsabile dell’Ufficio tecnico. Ma ci voleva del tempo, e Repaci disse a Morabito che poteva essere assunto a Salerno.

Nel frattempo Morabito ricordava a Repaci che nel rilasciare il proprio parere urbanistico favorevole, aveva bypassato la questione relativa alle interferenze con le aree Anas, nonostante vi fosse stata la sollecitazione da parte del comandante della Polizia Municipale a convocare al riguardo una conferenza dei servizi. Significativo è, per gli inquirenti, il fatto che Morabito fosse a conoscenza delle problematiche inerenti la proprietà dell’area e la necessità di effettuare la conferenza dei servizi, ma che avesse consigliato a Repaci di rettificare l’istanza di permesso di costruire, precisando che i lavori sarebbero stati effettuati solo nelle aree di proprietà della Caronte&Tourist, omettendo ogni riferimento alle interferenze con lo svincolo autostradale, quando i lavori erano già iniziati in assenza di qualsivoglia titolo autorizzativo. Tanto che l’assessore alla Viabilità, Massimo Morgante aveva minacciato di mandare i Vigili in loco per bloccare tutto. Morabito poi, per agevolare l’obiettivo della società di navigazione, intervenne anche presso l’allora sindaco facente funzioni Maria Grazia Rechichi, organizzando un incontro tra i rappresentanti dell’amministrazione e quelli della Caronte&Tourist, facendolo passare per una sua inniziativa personale, quando invece le intercettazioni restituiscono un accordo con Repaci. L’incontro si svolse il 7 giugno del 2018 e il provvedimento di autorizzazione fu rilasciato il 13 giugno.

“Chiaro dunque – si legge nell’ordinanza – come tutti i passaggi dell’iter procedimentale siano stati evidentemente caratterizzati dall’intenzione di favorire in tutto e per tutto la società di navigazione consentendole di completare la realizzazione del complesso intervento edilizio in tempo utile per la stagione estiva: ed invero per quanto emerge dagli atti l’ufficio tecnico non aveva compiuto alcuna verifica sulla proprietà delle aree che anche a seguito della rettifica la società Caronte&Tourist intendeva occupare”. Gli inquirenti infine richiamano “gli eloquenti e chiari esiti intercettivi che attestano all’evidenza l’esistenza di un rapporto sinallagmatico tra il compimento delle condotte contrarie ai doveri d’ufficio commesse da Morabito e da Trunfio e la controprestazione promessa dai privati. Basti pensare – si egge ancora – che Morabito e Trunfio sollecitavano l’assunzione del figlio di quest’ultimo ogni qualvolta erano chiamati a discutere della richiesta di autorizzazione pendente presso il loro ufficio e rivendicavano l’adempimento di tale obbligazione asserendo di essersi ‘ben comportati’ in favore della società”.

“Non è stata appurata, nel corso delle indagini, l’intervenuta assunzione di Gianluca Trunfio. Ciò, tuttavia – si legge nell’ordinanza – non esclude la consumazione del reato di corruzione”.