Penalty: i rigori, le espulsioni e le scommesse anomale. Il ‘doppio gioco’ dell’arbitro reggino
Ecco chi è Luigi Catanoso, l'arbitro che truccava le partite, distribuendo ruoli e generando illegalmente ingenti profitti
29 Ottobre 2025 - 17:32 | di Eva Curatola

Un nome che ricorre troppe volte accanto a flussi di scommesse anomali, gare sospette e partite dal finale imprevedibile. È quello di Luigi Catanoso, arbitro della Sezione AIA di Reggio Calabria, oggi agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione Penalty, l’indagine che ha scoperchiato un sistema di manipolazione di incontri calcistici e scommesse illegali.
Dietro la figura del giovane direttore di gara si nasconde — secondo la Procura di Reggio Calabria — un percorso costellato da episodi opachi, che parte da lontano e che avrebbe trovato la sua definitiva conferma nella partita Benevento–Cesena del 13 gennaio 2024, incontro del campionato Primavera 2.
Operazione Penalty: il sospetto che arriva da un flusso di scommesse
Tutto comincia quando l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli segnala un flusso anomalo di giocate su quella partita. Le puntate, concentrate tra Reggio Calabria e provincia, riguardavano esiti precisi e volumi di denaro insoliti per una gara giovanile.
Il nome dell’arbitro designato, Luigi Catanoso, non suona nuovo agli investigatori. L’uomo era già noto all’ADM, perché in passato aveva diretto altri incontri segnalati per irregolarità nelle scommesse.
Gli approfondimenti portano a scoprire che Catanoso è nato e residente a Melito Porto Salvo, proprio in una delle aree da cui provenivano le giocate atipiche, e che in passato era finito nel mirino della Procura federale FIGC per un episodio quasi fotocopia.
Il precedente del 2020: l’infortunio “strano” e il caso Virtus Verona–Gubbio
L’ordinanza richiama un vecchio articolo del Messaggero del 19 luglio 2020, che segnalava flussi anomali di scommesse dalla Calabria in occasione della partita di Serie C Virtus Verona–Gubbio del 12 gennaio 2020.
Quel giorno l’arbitro era proprio Luigi Catanoso. La gara, apparentemente senza peso di classifica, fu sospesa al 34’ del secondo tempo per un presunto infortunio del direttore di gara, quando il punteggio era 1-0 per il Gubbio. Lo spezzone mancante venne recuperato il 29 gennaio e si concluse con lo stesso risultato.
A insospettire la Procura FIGC furono le giocate su un risultato diverso da quello che si stava profilando e l’improvvisa interruzione del match, che evitò la perdita delle somme scommesse. Secondo gli inquirenti, proprio quell’incontro rappresentò il primo campanello d’allarme sul comportamento dell’arbitro reggino.
Benevento–Cesena: la partita che riaccende i sospetti
Quattro anni dopo, la storia si ripete. Il 13 gennaio 2024, nella gara Benevento–Cesena, diretta da Catanoso, il copione segue un andamento “da film”.
Al 33’ l’arbitro assegna un rigore al Benevento, che chiude il primo tempo sull’1-0.
Nella ripresa il Cesena ribalta il risultato con due gol (54’ e 62’). Ma all’80’ arriva un’espulsione diretta ai danni dell’attaccante romagnolo Amadori. Da quel momento, la partita cambia volto: il Benevento segna due reti negli ultimi minuti (88’ e 90+7’) e vince 3-2.
Un finale rocambolesco, celebrato dalle cronache sportive come “rimonta incredibile”. Ma per gli inquirenti, il segnale di un nuovo episodio di manipolazione.
Le giocate e i conti ripetuti
Le successive analisi dell’ADM hanno fatto emergere una rete precisa di puntate frazionate e multiple, concentrate su punti vendita di Reggio Calabria e hinterland.
Le scommesse, spesso su quote molto basse, sembravano studiate per eludere i controlli e rendere meno visibile l’anomalia del flusso.
Nel complesso, almeno sei partite dirette da Catanoso tra il 2023 e il 2024 presentavano movimenti sospetti.
Intercettazioni e prudenza
Quando scattano le intercettazioni telefoniche, gli investigatori scoprono un arbitro estremamente cauto. Catanoso usa poco il telefono, evita argomenti delicati e preferisce incontri de visu.
I contatti avvengono in luoghi ricorrenti: un tabacchino ed un bar vicino ad una sala scommessa, gli stessi dai quali provenivano molte giocate anomale.
Per la Procura, questi elementi compongono un quadro chiaro: Catanoso sarebbe stato il fulcro di un sistema ben rodato, capace di orientare partite, distribuire ruoli e generare profitti illeciti dalle scommesse.
