Propaggine, Alvaro e la 'tecnica' della prescrizione. Morra: 'Inefficienza dello Stato'

"L'efficacia delle mafie - ha spiegato il Presidente Antimafia - si tratteggia nel modo in cui rendere l'azione penale sterile: la prescrizione"

“In tanti sono rimasti stupiti dalla notizia dell’esistenza e dell’operatività di una locale di ‘ndrangheta a Roma, data a seguito di un’operazione che ha visto DIA, DDA di Roma e DDA di Reggio Calabria unite nello smantellamento di una “propaggine” della ‘ndrangheta reggina, segnatamente espressione della famiglia Alvaro, storica famiglia di ‘ndrangheta ormai da più di 50 anni.

Ora si inizia ad avere maggior contezza di quanto, a livello criminale, fosse pervicace e diffuso il sistema ‘ndranghetistico di controllo dell’economia della capitale, con una capacità di fare saltare aziende sane subentrando negli assetti societari e divenendo dominanti. Ma questo è stato possibile per le distorsioni da sempre sottolineate dal sottoscritto e da pochi altri nell’ambito del diritto societario, del diritto economico, e dell’amministrazione della giustizia. Qui si doveva intervenire, e qui non si è fatto alcunché, a partire dalla riforma dell’articolo 512 bis del Codice Penale, Trasferimento fraudolento di valori, che esplica l’intestazione fittizia di beni”.

Lo ha scritto Nicola Morra, in un post su Facebook, a proposito dell’operazione “Propaggine“.

“In una conversazione captata nel 2017, infatti, il capo della locale romana Vincenzo Alvaro spiegava al cugino «quanto fosse conveniente fare ricorso allo strumento dell’intestazione fittizia, essendo difficile essere arrestati per tale reato, che comunque successivamente si sarebbe con ogni probabilità prescritto»: «Bisogna trovare un polacco, un rumeno, uno zingaro a cui regalare 500/1000 euro a cui intestare sia le quote sociali e le cose e le mura della società……poi tutte queste cose che dicono e ti attaccano sono tutte minchiate… io ho fatto un fallimento di un miliardo e mezzo e ho la bancarotta fraudolenta… mi hanno dato tipo l’art. 7 e poi mi hanno arrestato… mi hanno condannato… e ancora devo fare l’appello…vedi tu…è andato in prescrizione… le prescrizioni vanno al doppio delle cose».

In queste parole c’è il succo dell’efficacia dell’azione delle mafie, dato che si tratteggia il modo in cui rendere l’azione penale sterile: la prescrizione! Non per reati di sangue, bensì per reati economici, per intenzionali espropri a danno di altri operatori economici, che vedono garantita ai loro aguzzini l’impunità dall’inefficienza dello Stato!

E così Vincenzo Alvaro aveva un suo settore di «competenza», «quello relativo agli investimenti di ingentissime somme di denaro». Il gruppo, infatti, si era infiltrato in svariate attività commerciali – «intestate a compiacenti prestanome, atteso che il nome di Alvaro non era “spendibile”» – nei settori ittico, della panificazione, della pasticceria, del ritiro delle pelli e degli olii esausti, riciclando anche montagne di denaro sporco. E sono diverse le intercettazioni in cui Alvaro elenca «una serie di investimenti che avrebbe fatto, secondo l’assunto accusatorio, con denaro provento di illeciti, non giustificabile dagli accertamenti reddituali disposti, e che si caratterizzavano per essere stati concentrati tutti sul territorio romano». Oltre un milione di euro, secondo le indagini per acquisire e controllare le aziende «Oasi Dolciaria, Taverna Mithos (poi abbandonato), Binario 96, in nessuna delle quali figurerebbe soggettivamente come socio o amministratore». «Io non ho messo chiacchiere… – dice Alvaro, che «stava incessantemente pianificando e realizzando nuove acquisizioni di attività commerciali» in una conversazione – io ho messo soldi là sopra».

Il Presidente della Commissione parlamentare Antimafia ha poi concluso:

“E così le persone oneste si ammazzano di lavoro, rispettano le regole, cercano di portare a casa il pane conformemente a quanto previsto dalla legge, e vengono fottute da un sistema perverso in cui proliferano avvocati specializzati nella dilazione dei tempi dibattimentali per ottenere la prescrizione, consulenti aziendali ed avvocati d’affari che sanno orientare le strategie aziendali al fine di rendere le stesse impunibili, non perseguibili penalmente. Di questo c’era e c’è necessità per rendere la vita più difficile alle mafie. Ma se non si fa nulla…”.