Gom di Reggio, risarcimento da oltre 600 mila euro per 18 infermieri

I professionisti per anni, fino a maggio del 2018, erano stati demansionati.

Il 15 marzo scorso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, ribaltando la decisione assunta nel primo grado di giudizio, ha condannato il Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli (Gom – BMM) di Reggio Calabria a risarcire 18 professionisti, assistiti dall’avvocato del Nursind Domenico De Angelis. I professionisti per anni, fino a maggio del 2018, data in cui sono stati assunti i primi operatori socio sanitari, sono stati obbligati, proprio in virtù dell’assenza in organico di questa figura, a ricoprire mansioni come quelle igienico-sanitarie, ausiliarie e di supporto, che non competono, per profilo professionale, all’infermiere. Lo comunica la Segreteria territoriale del Nursind di Reggio Calabria.

I risarcimenti che scaturiranno dalla sentenza interesseranno appunto un totale di 18 professionisti operanti presso la U.o.c. di Nefrologia e Dialisi e la U.o.c. di Oncologia, ai quali il Gom BMM di Reggio Calabria dovrà versare un ammontare totale che supera 600mila euro. Nei prossimi mesi il Tribunale sarà chiamato, per quanto concerne le cause di demansionamento, a pronunciarsi anche per le altre unità operative, oltre che per ulteriori cause risarcitorie avviate dal Nursind relativamente al bonus Covid, buoni pasto, vestizione e svestizione, incentivi plasma.

“Nursind, che si pone come baluardo a tutela della professione infermieristica – spiega il segretario territoriale di Reggio Calabria, Vincenzo Marrari -, ha come obiettivo quello di garantire ai lavoratori di operare in un contesto di piena valorizzazione economica, contrattuale e di rispetto dei diritti della professione infermieristica, che a livello nazionale è riconosciuta come professione intellettuale. Per porre in essere la sua opera, l’infermiere necessita del giusto rapporto tra infermieri e pazienti, della presenza in organico 24 ore su 24 delle figure di supporto come l’Oss e soprattutto che gli vengano riconosciuti tutti i diritti sanciti dai contratti e dalle vigenti normative”.

Per perseguire questo obiettivo, “vista la sordità delle aziende calabresi alle nostre proposte ed istanze avanzate negli anni – prosegue Marrari -, Nursind ha scelto di far valere i diritti degli infermieri nelle aule di tribunale, patrocinando gratuitamente (anche in caso di soccombenza) le cause per i propri iscritti. Ed è proprio ai nostri iscritti, soprattutto a quelli che hanno deciso di affidarsi a noi sposando la nostra causa dalla prima ora, che rivolgiamo un accorato ringraziamento. Così come la nostra gratitudine va all’avvocato De Angelis che con la sua competenza e professionalità è stato per noi una guida e ci ha permesso di arrivare ad un risultato storico”.

“Ovviamente – conclude il sindacalista – la missione di Nursind non si ferma qui, continueremo a spenderci, per difendere e sostenere la professione infermieristica in tutte le sedi e nei modi necessari a tutelare le colleghe ed i colleghi che con grande competenza e sacrificio si spendono quotidianamente in un contesto estremamente difficile e povero di risorse umane e materiali come quello del Servizio sanitario regionale calabrese”.

Michele Nucera, segretario P.O. Morelli e infermiere di oncologia, a sua volta afferma: “Sin dalla nascita della Segreteria Nursind a Reggio, nel 2017, ci siamo trovati di fronte ad una situazione di forte malcontento di tutti i colleghi infermieri, i quali erano demansionati praticamente da sempre. Questa sentenza ripaga in parte anche la nostra dignità professionale che per troppo tempo è stata schiacciata dalla mancanza delle figure di supporto previste”.