OUI, QUI #2 La rivista sull’architettura e le arti visive degli studenti della “Mediterranea”

OUI, QUI. "Sì, qui". E perché no? Perché mai qu

OUI, QUI. “Sì, qui”. E perché no? Perché mai qui? Cos’è che accade qui? Cosa non accade? Qualsiasi cosa sia, che accada. In quest’università e in questa città. OUI, QUI è un progetto di Ruggiero Galati Casmiro, Claudia Giorno, Lorenzo Arlia, (studenti di Architettura dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria) e Arianna Isola (studentessa di Lettere Classiche all’”Alma Mater Studiorum” di Bologna), è una rivista sull’architettura e le arti visive, è gratuita, consultabile sia sulla carta che su uno schermo qualsiasi, con sede a Reggio Calabria.

OUI, QUI vuole essere un punto di incontro, un’immagine di un futuro in divenire, in un contesto dove figurarsi un futuro è difficile, dove la connessione con la propria terra è sempre più labile, il confronto con l’altrove sempre più temuto. L’intento del progetto è quello di focalizzare su ciò che c’è e su quello che al contrario non c’è, confrontandosi con realtà esterne di cui siamo, e siamo stati, testimoni diretti.

Per farlo, accosteremo l’architettura ad altre arti e scienze, creando una nuova visione di questo territorio. OUI, QUI #1 nasce nel dicembre 2017, in una Renault Clio rossa anni ’90, in viaggio verso Gioia Tauro per visitare la chiesa di recente costruzione progettata dall’architetto Paolo Zermani su un territorio confiscato alla mafia, oggetto della riflessione sul sacro/profano al centro del primo numero. Si configura come un piccolo depliant, fronte retro, da cui da un lato c’è il “qui” e dall’altro variazioni sul tema, una piccola chiesa ortodossa all’interno di un’abitazione privata calabrese e i quadri dell’artista granadino NiA ad esempio. OUI, QUI #2 è invece appena uscito. La citazione riportata in copertina, dall’opera di Italo Calvino “Il visconte dimezzato” (“Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane”), è il punto di partenza per uno svisceramento del tema dell’incompiuto.

Le colline delle nostre città, le nostre coste, non sono altro che permeate da scheletri, ferri della speranza, strutture nuove, completate e poi abbandonate. Dall’analisi delle sculture di Mitoraj, così come si evince dell’opera letteraria di Calvino, la mancanza di integrità, la voglia di interezza, non sono altro che la cifra dell’uomo contemporaneo. Un’intervista con Pablo Arboleda, architetto spagnolo (ha collaborato con il collettivo artistico milanese Alterazioni Video, ideatore del progetto “Incompiuto Siciliano”), mostra nelle sue linee essenziali questo fenomeno architettonico del tutto italiano, “siciliano” perché la maggior parte delle opere pubbliche incompiute risiede appunto nella regione italiana più a sud, ed in generale nel meridione, e un’opera grafica sulla Casa dello Studente, costruzione pubblica incompiuta all’interno della stessa Università degli Studi “Mediterranea”, non vuole essere che un esempio riportato nella città di Reggio Calabria.

E tu riesci a vedere cosa c’è qui?

Oui! OUI, QUI #1: https://issuu.com/ouiquimagazine/docs/oui__qui__1

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