Palazzo della Cultura, il CIS dedica un incontro a Oscar Luigi Scalfaro

Nell’ambito de “I Presidenti della Repubblica dalle origini ai giorni nostri”, il CIS della Calabria ha organizzato la conferenza “Oscar Luigi Scalfaro, l’infaticabile “Defensor Costitutionis”

Nell’ambito del ciclo di conferenze sul tema “I Presidenti della Repubblica dalle origini ai giorni nostri”, venerdì 22 febbraio presso il Palazzo della Cultura “P. Crupi”, via Cuzzocrea, 48 – Reggio Calabria, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria – CIS ha organizzato la conferenza “Oscar Luigi Scalfaro, l’infaticabile “Defensor Costitutionis”.

Ha coordinato l’incontro Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis. Ha relazionato il prof. Tito Lucrezio Rizzo, già Consigliere titolare dell’Organo centrale di Sicurezza Segretariato generale della Presidenza della Repubblica e componente del Comitato Scientifico del CIS.

Oscar Luigi Scalfaro (Novara 9/9/1918 – Roma 29/1/2012), leader dell’Azione cattolica piemontese, fu eletto all’Assemblea costituente il 2 giugno 1946, e poi alla camera, dove fu sempre confermato come deputato in tutte le legislature dal 1948 al 1992 nelle file della DC. Dopo aver ricoperto numerosi incarichi di Governo, il 24 aprile del 1992 venne nominato Presidente della Camera e dopo appena un mese il 25 maggio Capo dello Stato.

Ha ricordato il prof. Rizzo che il Presidente Scalfaro, con uno stile sobrio ed eloquente e dal portamento aristocratico ed elegante, nella forma e nella sostanza, ha sempre cercato di riposizionare l’immagine presidenziale in una immagine di sacrale terzietà. Nel discorso di insediamento tenne a sottolineare che il primo atto del Presidente della Repubblica era quello di devozione al Parlamento, legittimo depositario della volontà popolare, per libera delega del popolo italiano.

Dopo l’uccisione di Borsellino a soli 57 giorni da quella di Falcone, Scalfaro fece un appello accorato all’unità dei partiti per le riforme istituzionali al fine di ridare ai cittadini fiducia nello Stato. Si impegnò a tutelare i principi basilari della Carta fondamentale con fervore quasi religioso, diremmo da “defensor Constitutionis”, a partire dalla forma di governo ivi contemplata di Repubblica “parlamentare”.

Lo Stato, per risanare il bilancio, doveva saper dire dei “no” motivati e giusti, incidendo sui più abbienti per limitare al minimo l’aggravio sulle fasce economicamente meno agiate. Altro tema affrontato fu quello del rapporto tra il problema del lavoro e quello del risanamento dei conti pubblici, al cui riguardo avvertì che, nel momento in cui si rendeva indispensabile affrontare dei sacrifici seri finalizzati a far quadrare i conti, bisognava pure aver ben presente che “un bilancio dello Stato, tecnicamente perfetto, ma pagato dalla mortificazione della Persona, non è neppure ipotizzabile da una democrazia degna di questo nome”.

In tema di giustizia criticò l’eccesso del ricorso alla carcerazione preventiva, alla magistratura operante sul fronte di tangentopoli e volle rivolgere uno specifico appello, circa l’interpretazione abnorme dell’avviso di garanzia.

Coerentemente ai suoi costanti richiami alla cultura del dialogo, Oscar Luigi Scalfaro fu ben lieto di presenziare il 21 giugno 1995 all’inaugurazione della moschea di Roma. Lasciato il Quirinale nella nuova veste di Senatore a vita, non ha mai smesso di far sentire la sua voce nell’agone politico, con l’obiettivo di “Defensor Costitutionis”.