Pallacanestro Viola, il significato identitario del ritorno di coach Bolignano

La nota social del Supporters Trust non lascia spazio all'immaginazione in merito alla stima nei confronti del nuovo condottiero neroarancio

Di reggini, di destini, di ritorni.

Quando nel luglio dello scorso anno nacque la Pallacanestro Viola, ad opera di un manipolo di tifosi determinati nel non voler disperdere un patrimonio glorioso e inestimabile della loro città, il Trust era già nato, con l’intento preciso di sostenere la Viola.

Probabilmente nessuno dei fondatori avrebbe potuto anche solo immaginare cosa sarebbe accaduto nell’arco di pochi mesi. La formula dell’associazionismo fra tifosi, già sperimentata in alcune realtà sportive, avrebbe potuto davvero essere il motore della rinascita e del riscatto, avrebbe potuto salvare e conservare il mito Viola?

Come avrebbe risposto Reggio ad una “follia” tutta reggina? Si sarebbe riusciti a difendere insieme la propria identità con un atto a metà tra la Ubris magnogreca e la “testazza” calabrese?
Occorreva riprendersi la squadra facendo squadra contro la sfortuna, il destino e contro quello che gli antenati greci chiamavano “Ananke”, il

Fato, quando non riuscivano a rispondere ai dubbi causati dagli eventi.

Cosí duecentocinquanta cuori hanno alzato una barricata fatta di braccia e atti concreti e, mentre la creatura cresceva , come genitori amorevoli e a tratti timorosi, l’hanno guardata passare dalla culla ai primi passi, “nnacandola” con cura, mentre la loro ” Viola tornata bambina” ricambiava, facendosi strada e rendendoli genitori orgogliosi. Un po’ come quando per la prima volta ti trovi davanti all’insegnante che ti guarda e tu dice che sí la ragazza ha un grande talento ma che serve seguirla, sostenerla e incoraggiarla perché trovi la propria strada e cammini sulle proprie gambe e allora tu torni a casa, ti ci siedi accanto guardandola negli occhi e le dici che ci sei e ci sarai sempre. Perché la ami e non potresti fare diversamente.

Che Reggio ami la Viola è fuor di dubbio, è stata il nostro orgoglio, e lo è ancora; noi adesso siamo e dobbiamo esser orgogliosi di esserlo. Noi siamo quelli del Trust, sí, siamo quelli che stanno cercando di riconsegnare a Reggio uno dei suoi beni più preziosi.

“Ti abbiamo messo sopra un marchio d’amore, perché amiamo Reggio, grati anche a chi ha creduto nel nostro progetto e ci ha sostenuto con entusiasmo e passione. Sentiamo quanto sia bello sentirsi parte di un gruppo che rincorre un sogno, affondandone il senso nelle origini comuni, ed è bellissimo vedere che si realizza affondando le radici nella tua città, anche quando non ci vivi e la guardi da lontano sospirando e immaginando di rivederla sempre più bella e “pulita”.

L’arrivo di Coach Domenico Bolignano, reggino come noi, assume un grande significato: è il fil rouge che unisce origini, intento e riuscita. È il sogno che continua tra le nostre mani e che consegniamo a Reggio perché lo coltivi e lo veda crescere.

Non abbiamo fatto ancora niente, l’epopea è ancora lontana dalla fine. E se nei classici greci è proprio la Ubris dei protagonisti a consegnarli a un’Ananke tragica, sarà la “testazza riggitana” a consegnarci un destino forgiato, nel bene o nel male, dai nostri sforzi.

Benvenuto, anzi bentornato, tra i pazzi che sfidano le Moire, caro coach Domenico!