di Federica Geria – La realtà calabrese sotto la lente d’ingrandimento: l’occhio attento è quello di Fabio Mollo, che nella sua ultima produzione cinematografica “Il sud é niente” racconta attraverso pochi personaggi la vita di una comunità molto più ampia, che non riesce ancora a liberarsi dai luoghi comuni dietro i quali essa stessa trova comodo spesso nascondersi.Alla proiezione del film, presso il cinema Odeon di Reggio Calabria promossa dal gruppo editoriale Panorama, numerosi i reggini pronti a rivedere se stessi attraverso la trasposizione cinematografica di un regista loro concittadino.Miriam Karlkvist, la giovane interprete di Grazia, esprime attraverso la gestualità del corpo e soprattutto la profondità degli sguardi, le difficoltà per i ragazzi del Sud di vivere in pieno e liberamente le proprie emozioni in una terra in cui per sopravvivere devi, al contrario, difendertene.”Il sud è niente e niente succede”: così risponde la saggia nonna alla nipote adolescente in cerca di risposte , quasi a dire che non parlare delle cose fa sì che non ci sovrastino, “se le cose non le dici non ti possono fare male”.La storia che si svolge non é quella dei fatti ,ma quella della crescita di una persona che inizialmente, davanti a ciò che non capisce e la addolora, sceglie la via della fuga, ma a poco a poco trova la forza di dire no ad una società che ti chiede di adeguarti senza comprendere. Solo alla fine vediamo il sorriso negli occhi della ragazza, un sorriso che fa trapelare la voglia di ripartire da se stessa senza farsi schiacciare più dagli eventi, come invece ha fatto da bambina quando “successe chiddu ca successe e i boccoli spariru”. Insieme riscopre infatti quella femminilità che aveva volutamente nascosto quasi adottando un modello maschiile , ben rappresentato dal padre, stereotipo della difesa dall’emotivitá e della conseguente possibilità di essere feriti.Luoghi e paesaggi fanno da sfondo e risaltano l’intensità dei momenti tra senso della ineluttabilità del destino e speranza di un rinnovamento che sia insieme rinascita : il mare azzurro a volte è cercato come rifugio, altre come unico luogo di contatto vero e libertà.Lo stesso sceneggiatore e regista, Fabio Mollo, sembra aver vissuto questo dissidio tra la necessità di andar via e la voglia di farcela rimanendo nella propria terra, come lui stesso racconta nell’intervista che ha preceduto la visione del film :”piu di una generazione di Calabresi si può dire che abbia nel DNA la dimensione del viaggio […] ma è anche bello che l’esperienza di vita e lavoro che si fa fuori venga poi messa al servizio del proprio territorio; così ho fatto io.”Fabio ha infatti voluto incontrare anche i ragazzi delle scuole Calabresi, tra i primi gli studenti del Liceo Scientifico Alessandro Volta con i quali si è trattenuto in un interessante dibattito su quel loro mondo così complesso in una terra altrettanto complicata.Il tema dell’omertà, così fortemente presente nel titolo, pur partendo da una caratterizzazione locale assume la dimensione più ampia del “silenzio”, contro il quale la lotta deve certamente partire dalla Calabria ma allargarsi a tutto il territorio nazionale : “la frase il sud è niente è un po’ il manifesto della mentalità Di rassegnazione e di sconfitta di cui molte volte ci siamo nutriti noi stessi, abbassando la testa.”In un silenzio questa volta carico di tante cose siamo usciti dalla sala con la stessa speranza della protagonista: che le nuove generazioni riescano a svincolarsi da questa mentalità e ad alzare la testa.