Pedullà: ‘Povera Reggina, hanno calpestato la storia, la geografia e la “religione” amaranto’
"Chi organizza la squadra ha avuto disponibilità economica e carta bianca, ma le qualità che servono non si acquistano al supermercato"
16 Novembre 2025 - 21:11 | Redazione

Il noto giornalista Alfredo Pedullà, reggino, sul suo sito ufficiale, esprime tutta l’amarezza dopo l’ennesima umiliazione subìta dalla Reggina in un campionato che avrebbe dovuto vincere a mani basse e che invece oggi la vede in zona retrocessione:
“Il punto più basso di una storia gloriosa. La Reggina perde un’altra partita in casa, esalta l’Athletic Palermo, colleziona la sesta sconfitta stagionale in 12 partite, sprofonda in piena zona playout (dentro un girone senza padroni) quando era stata costruita per stracciare il campionato. Ma il campionato non si vince con le figurine, dovrebbe saperlo il responsabile dell’area tecnica, con l’aggravante (un’umiliazione) che siamo alla terza stagione di Serie D a forza di “prova oggi e riprova domani”, come se la Reggina fosse un esperimento.
Eppure chi organizza la squadra ha avuto disponibilità economica e carta bianca, ma le qualità che servono non si acquistano al supermercato. La Reggina ha toccato per distacco il punto più basso di una storia gloriosa, comprese le nove stagioni in Serie A, che ha fatto luccicare il marchio in giro per l’Italia e non solo. Proprio per questo motivo non è stata calpestata solo la storia, ma anche la geografia e la “religione” amaranto, per quello che era un senso di appartenenza, la maglia onorata da decisioni competenti e all’altezza. La maglia che sudava SEMPRE, alla larga da alibi e da comportamenti da “signorini” viziati: fatti, non chiacchiere. Non ci interessa distribuire colpe, non ha senso, ma purtroppo è la sintesi di una città bellissima, governata spesso male, alla continua ricerca di alibi e con risultati calcistici che dovrebbero far trascorrere notti insonni per almeno un mese. C’era una volta la Reggina, autentica fede di un popolo: l’hanno giustiziata”.
