Pesca sportiva nella Fase 2, Nesci (FdI) chiede l'emanazione di un'ordinanza regionale

Il Commissario provinciale di Fratelli d'Italia, vorrebbe chiarezza: 'Autorizzare l'attività ed estenderla anche ad un secondo familiare'

Il Commissario provinciale di Fratelli d’Italia di Reggio Calabria Denis Nesci chiede chiarezza su provvedimenti riguardanti la pesca sportiva.

“La pesca sportiva-ricreativa è a tutti gli effetti un’attività sportiva. La pesca non professionale è disciplinata dal Decreto Legislativo 19 gennaio 2012, n. 4 e dal Regolamento approvato con D.P.R. n. 1639 del 2 ottobre 1968., così come la definisce l’art. 6 del D.lgs. n. 4/2012, e riguarda la pesca che sfrutta le risorse acquatiche marine vive per fini ricreativi, turistici, sportivi  e scientifici, e si suddivide in pesca da terra, subacquea e da unità da diporto (navi, imbarcazioni e natanti). Occorre specificarlo se è del caso con apposita ordinanza regionale perché nel nostro territorio è praticata da un consistente numero di appassionati, sia da terra che in barca, generando un notevole indotto commerciale legato all’acquisto delle necessarie attrezzature. Costituisce inoltre una importante risorsa alimentare per le famiglie, in quanto, il pescato è destinato esclusivamente all’autoconsumo, essendone vietata la vendita ed il commercio sotto qualsiasi forma”.

Nesci fa sapere di aver inoltrato ufficiale comunicazione all’Assessore regionale Gianluca Gallo, affinché i tanti appassionati non restino nel limbo dell’incertezza e della preoccupazione. Infatti, nei giorni scorsi si è appreso dagli organi di stampa, che sono state elevate pesanti sanzioni nei confronti di cittadini che nel nostro territorio praticavano tale attività sportiva in forma individuale utilizzando la propria imbarcazione.

“A causa dell’emergenza sanitaria in corso e delle restrizioni necessarie per contrastare la diffusione del Coronavirus, anche la pesca sportiva, come tutte le altre attività sportive, era stata sospesa. Ma a seguito dell’avvio della cosiddetta “fase 2”, che ha previsto limitazioni meno stringenti – specifica Nesci – diverse Regioni, hanno già emanato specifiche ordinanze, consentendo lo svolgimento di tale attività sportiva, sia da terra che in barca, in forma individuale o anche “in coppia”, autorizzando all’esercizio anche un familiare convivente. Recentemente nelle “faq” (domande frequenti) presenti sul sito internet del Ministero dell’Interno è stato chiarito che la pesca sportiva è consentita, rispettando le regole generali valide per ogni attività sportiva e per gli spostamenti, in quanto rientra nell’ambito delle attività sportive individuali”.

Malgrado ciò nella nostra Regione le autorità preposte al controllo, in assenza di una specifica autorizzazione, non consentono lo svolgimento della pesca sportiva in barca.

“Appare indispensabile – conclude la nota – intervenire con uno specifico provvedimento, al fine di chiarire definitivamente che l’attività della pesca sportiva, così come regolata dalla normativa vigente in materia, è a tutti gli effetti un’attività sportiva consentita, sia da terra che in barca, e valutare contestualmente l’opportunità di estendere tale autorizzazione anche ad un secondo familiare convivente, al fine di aumentare la sicurezza di chi pratica tale attività sportiva in barca”.