Piano per il Sud 2030, scuole aperte tutto il giorno per ridurre le disuguaglianze

Gli obiettivi principali sono il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica

L’approccio del “Piano per il Sud 2030” è “mission oriented”, ed è costruito intorno a cinque grandi “missioni nazionali della coesione”, definite sulla base dei fabbisogni di investimento e coerenti con gli obiettivi di policy indicati dalla Commissione europea per le politiche di coesione del 2021/2027.

Da qui l’idea di organizzarsi per un Sud rivolto ai giovani; connesso ed inclusivo; frontiera dell’innovazione; aperto al mondo del Mediterraneo e in grado di attuare una svolta ecologica.

L’investimento nel capitale umano rimane la priorità. Il Piano si prefigge lo scopo di combattere lo scandalo moderno del nesso perverso tra povertà economica e povertà educativa minorile (al Sud si contano 500 mila bambini in povertà assoluta). Si vuole restituire alla scuola il ruolo di motore dell’emancipazione personale, che deve avvenire in un luogo di aggregazione e presidio di cittadinanza come è appunto la scuola. I dati anche in questo caso sono impietosi, se si pensa che il Mezzogiorno è ancora lontano dal target europeo di frequenza. Ecco che combattere il fenomeno dell’abbandono scolastico diventa imperativo, insieme alla necessità di investire in infrastrutture scolastiche e nel diritto allo studio.

Un modo per combattere la lotta alla povertà educativa minorile, per rafforzare il capitale umano del Sud, e quindi ridurre le disuguagliane riattivando la mobilità sociale.

In tal senso le prime azioni che il Governo intende mettere in campo sono diverse, a partire dall’idea di avere delle scuole aperte tutto il giorno, ma anche dall’estensione della “no tax area” (senza penalizzare le Università), rendendo il Sud un luogo attrattivo anche per i ricercatori.

Risultati attesi

L’idea di tenere le scuole aperte anche in orario pomeridiano intende rafforzare il ruolo della scuola come spazio d’inclusione sociale e di condivisione culturale. Come riuscirci? Secondo quanto riportato all’interno del Piano, occorre ampliare l’offerta formativa e le attività pomeridiane, con l’estensione a tutte le scuole e le regioni del Sud delle “best practice”, dei programmi di “Scuola aperte” sulla scorta delle esperienze campane, pugliesi e sarde. Ma servono anche più docenti e tutor, senza dimenticare l’ammodernamento delle strumentazioni e la realizzazione di veri e propri laboratori per l’esercizio delle varie attività.

Il tutto dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico (2020/2021) in tutte le regioni del Mezzogiorno, partendo dalle scuole dei Comuni nei quali il tasso di dispersione scolastica è maggiormente elevato. Sarà necessario a tal fine l’istituzione di una specifica task force, promossa dall’Agenzia della Coesione territoriale, per supportare gli istituti scolastici e i comuni.