Pittura cieca, l'artista reggina Giulia D'Onofrio: ‘Col disegno libero la mia anima'

Giulia sceglie di firmarsi come "Nefes", che in turco significa respiro, vitalità e forza interiore - elementi che si ritrovano nell'impeto e nella spontaneità dei suoi lavori

Nel silenzio, tra le vibrazioni del battito cardiaco e la pace dell’attimo presente, Giulia D’Onofrio trova la sua tela. Fortemente creativa, si distingue nel panorama artistico moderno per la sua tecnica particolare: i ritratti realizzati con la “linea cieca“, senza mai posare lo sguardo sul foglio. Una pratica che nasce attraverso una danza tra le dita e il cuore, una sfida verso l’autenticità e l’armonia, una ribellione alle distrazioni esterne e ai convenzionalismi.

La giovane artista di Reggio Calabria, che non ha seguito un percorso accademico tradizionale, si è affidata alla “non mente”, quel luogo senza tempo dove risiede la creatività più pura. La sua è un’arte della presenza, un’espressione diretta dell’essere.

“Sono sempre stata un po’ ribelle – ha confidato Giulia a CityNow – non mi piacciono le convenzioni sociali, i pettegolezzi. Mi piace ascoltare l’anima delle persone, cosa realmente hanno da trasmettere”.

La scoperta di questa tecnica non è stata premeditata, ma un gioco del destino, partito dalla Francia. Giulia ha iniziato a ritrarre amici, sentendo una connessione profonda con sé stessa e con il soggetto del ritratto, trasformando quegli incontri in “momenti alti” di pura creazione artistica. È in questi momenti che, secondo Giulia, accadono le magie – quando si è completamente immersi nel presente.

Pur essendo inizialmente reticente all’uso dei social media, Giulia riconosce ora la loro forza nella condivisione e comunicazione del suo lavoro. Unisce all’arte la sua spiritualità, un cammino iniziato a Barcellona all’età di 19 anni e influenzato dagli insegnamenti di una zia che l’ha introdotta a letture formative.

I suoi disegni sono esercizi di percezione che ampliano i sensi, che vanno oltre la geometria e si radicano nell’essenza. Non è solamente un atto di rappresentazione, ma un viaggio attraverso la positività del lasciarsi andare, di un’espressione libera che supera la mente razionale.

Giulia sceglie di firmarsi come “Nefes“, che in turco significa respiro, vitalità e forza interiore – elementi che si ritrovano nell’impeto e nella spontaneità dei suoi lavori.

I suoi ritratti, o meglio, le anime che ha ascoltato e trasposto su carta, sono visibili attraverso il suo account Instagram, dove il pubblico può apprezzare la vastità e la profondità del suo talento, un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra il corpo e lo spirito, tra l’arte e l’anima.