Ponte sullo Stretto, Renzi è convinto: 'Va fatto. Sarà un vanto per l'Italia'

Il leader di Italia Viva non ha dubbi sul Ponte sullo Stretto: "Allo Stato, ormai, costa di più non farlo che farlo"

Matteo Renzi, dopo aver fatto balzare agli onori cronaca la maxi infrastrutture che da anni ‘divide’ l’Italia, torna, ancora, a parlare di Ponte sullo Stretto. Il leader di Italia Viva ha fatto delle opere pubbliche il suo cavallo di battaglia e non smette di ripetere, durante qualsiasi intervista, quanto sia importante sburocratizzare i processi che ne impediscono le ripartenze.

“Ci sono delle opere pubbliche che se vengono sboccate producono posti di lavoro. Se noi non avessimo i soldi, capirei. Ma noi abbiamo dei fondi bloccati, dei progetti pronti e degli appalti che non partono – ha spiegato Renzi durante un’intervista a Mattino 5. Nel momento in cui tutto ciò accade, succede che le aziende sono costrette a mettere i dipendenti in cassa integrazione.

Quindi lo Stato deve tirare fuori altri soldi per pagare quelli a cui potrebbe pagare lo stipendio semplicemente sbloccando le opere pubbliche. Se si sbloccano le opere pubbliche, non prende soldi solamente la ditta che si è aggiudicata l’appalto o l’operaio che ne fa parte, ma tutto l’indotto. Da chi produce il materiale, a chi apre il ristorante accanto al luogo dove nasce l’opera pubblica. Questo crea un effetto ‘fiducia’ che fa ripartire l’economia. La gente si mette a ridere dicendo che l’economia non è questione di fiducia”.

L’ex Premier è stato anche a ‘Quante storie’ su Rai 3 ed anche li ha portato il tema delle infrastrutture, in particolar modo quella del Ponte sullo Stretto:

“Ci sono troppe opere pubbliche aperte, ma la vicenda del Ponte sullo stretto di Messina è importante perché è simbolica. Stiamo vivendo una stagione in cui le opere pubbliche se vogliamo le facciamo in poco tempo, come il ponte a Genova. Ma è vero anche che il problema è sboccare le opere piccole e medie. La questione Ponte deve andare di pari passo con quella dell’alta velocità. Potrebbe essere un vanto per l’Italia e allo Stato ormai costa di più non farlo che farlo”.