Rilievi Corte sul Ponte, Pazzano: ‘Non è formalità, è conferma di quanto denunciamo da tempo’

"Un’opera costruita sul niente, senza un progetto vero, priva delle necessarie motivazioni economiche, sociali e ambientali, e portata avanti con forzature" la nota

Consigliere Saverio Pazzano

La recente richiesta di chiarimenti avanzata dalla Corte dei Conti sulla delibera CIPESS relativa al progetto del Ponte sullo Stretto non è una semplice formalità burocratica: è la conferma istituzionale di quanto denunciamo da tempo.

Si tratta di un’opera costruita sul niente, senza un progetto vero, priva delle necessarie motivazioni economiche, sociali e ambientali, e portata avanti con forzature che mettono a rischio la legalità amministrativa e la credibilità democratica del Paese. Volete altro per dire che è solo un costosissimo spot elettorale fatto con soldi che dovrebbero essere destinati a scuole, ospedali, messa in sicurezza del territorio…?

Le osservazioni della Corte — che rilevano gravi carenze nella motivazione degli atti— smascherano la retorica del “grande sogno” con cui si cerca di giustificare una scelta profondamente sbagliata e dannosa per l’Area dello Stretto e per chi vi abita.

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Non è un caso che per far avanzare questo progetto si ricorra a scorciatoie normative, ai decreti d’urgenza, a forzature dietro forzature, all’idea terribile e rischiosa di un’infrastruttura “di interesse militare” per aggirare i vincoli ambientali europei. Cioè, pur di continuare a sperperare soldi pubblici per un ponte che non si può fare, il Governo è disposto a trasformare lo Stretto in una sorta di piattaforma militare, mettendo a rischio -in questo assurdo scenario di guerra nel Mediterraneo- l’incolumità di centinaia di migliaia di persone. Siamo di fronte a un tentativo di piegare le regole alla volontà politica di pochi, senza ascoltare i territori, senza trasparenza e senza un confronto pubblico reale.

In un’area colpita da disservizi cronici nei trasporti, dalla carenza di ospedali, da edilizia scolastica obsoleta, da un territorio fragile e da mettere in sicurezza, da una desertificazione sociale crescente, l’unica grande opera necessaria è quella dei diritti: trasporti pubblici efficienti, cura del territorio, lavoro dignitoso, istruzione.

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Questo sì sarebbe un ponte: tra le persone, tra i territori, tra il presente e un futuro possibile.
Continueremo a opporci a questo progetto inutile e distruttivo.

E ora, dopo il parere della Corte dei Conti, il Governo dovrebbe fermare immediatamente l’iter in corso, aprire un’inchiesta pubblica sui costi reali, sull’impatto ambientale e sociale, e ascoltare finalmente la voce delle comunità locali che continuano a resistere con dignità e fermezza a questo costosissimo inganno.