Crisi al Sud post-COVID, l'imprenditore De Masi lancia la sua proposta: 'No Tax Area'

"Non sono un economista ma un semplice imprenditore metalmeccanico che crede nelle nuove generazioni del Sud..."

E’ inserito sul sito di Antonio De Masi, la proposta dell’imprenditore calabrese per fronteggiare il post-COVID e favorire il rilancio dell’economia del Sud. Di seguito la proposta del noto imprenditore:

In questi giorni, sto leggendo dai media la proposta del Governo di istituire un’area a fiscalità di vantaggio per il mezzogiorno.

Per il mio ruolo di cittadino e di imprenditore del sud mi sono permesso poco tempo fa di analizzare alcuni aspetti socio economici derivanti dalla grave crisi che si sta affrontando, e di indicare delle soluzioni.

Quanto ho scritto, che troverete nella proposta allegata al link https://www.demasialsud.com/post/la-mia-proposta-per-un-area-no-tax, parte da alcune premesse:

– Il mezzogiorno già prima della pandemia era un territorio in ritardo di sviluppo.
– L’annosa questione meridionale è sempre stata il tema ed il problema irrisolto di quasi tutti i governi dal post guerra in avanti.
– Le ingentissime risorse che sono state spese (o dilapidate) per diminuire il divario socio economico tra nord e sud, non hanno dato concreti risultati, in quanto la forbice è sempre aumentata.
– Oggi il mezzogiorno è condizionato da forti ritardi infrastrutturali che frenano ogni politica di sviluppo.
– Questa situazione di “povertà” non solo economica è stata l’humus che ha fatto radicare e sviluppare la più potente organizzazione criminale al mondo.
– Già prima della pandemia i territori del mezzogiorno erano condizionati da una forma di spopolamento derivante da un nuovo flusso di emigrazione, in particolare giovanile, che ha impoverito ancor di più il territorio.
– La pandemia è stato un ulteriore elemento che ha “livellato” tutto, portando una cappa di ulteriore povertà e bloccando quel poco di economia sana presente.
– Ogni politica di sviluppo deve passare obbligatoriamente dal rendere competitivo un territorio condizionato da forti handicap infrastrutturali, ma si tratta di attività che hanno bisogno di anni per poter essere avviate e portare benefici.

In questo contesto la proposta da me avanzata si basa su una sorta di “compensatore” che:

– E’ una “No Tax Area” che consente, così come avvenuto in tanti altri paesi del mondo in cui è stato applicato, di innescare immediatamente una crescita economica. Un’area di forte vantaggio fiscale consente infatti alle aziende di avere forti economie ed essere incentivate a collocarsi ed investire in questi territori, anche con i deficit infrastrutturali presenti.

– In aggiunta ad ulteriori interventi può essere la chiave di svolta per rendere immediatamente competitivo il territorio diventando attrattore di sviluppo, abbattendo il divario tra nord e sud e creando quell’omogeneità territoriale alla quale si aspira da tempo.

Non si tratta di assistenzialismo e di una politica o di un progetto economicamente insostenibile in quanto:

– Uno sviluppo del mezzogiorno farà diminuire la spesa per il welfare attualmente destinato a sostenere la povertà presente in questi territori.
– Farà emergere il lavoro nero.
– Cosa importante verranno ridotti gli interventi a fondo perduto che hanno generato tante “razzie “ di denaro pubblico.
– Si darà la possibilità ai cittadini del mezzogiorno di poter competere e mettersi in gioco ridando loro la dignità.
– Lo sviluppo è l’unica arma che può creare una barriera contro la criminalità.

Tutto questo è contenuto nella proposta allegata che mi permetto, con umiltà e rispetto, di sottoporre alla vostra attenzione perché credo che oggi ognuno di noi debba assumersi la responsabilità di dare una speranza alle future generazioni ed in particolare a quelle del sud. Non sono un economista ma un semplice imprenditore metalmeccanico, orgoglioso della propria terra e che crede nella rinascita del mezzogiorno, anche se per questo sto pagando un prezzo altissimo in quanto vivo da oltre 7 anni sotto scorta e con l’azienda presidiata dall’esercito.