Praia a Mare, acque di balneazione: un documento che fa chiarezza.

Italia Nostra evidenzia che l’ampiezza dell’area che si vorrebbe interdire permanentemente alla balneazione intorno alla foce dei fiumi e dei canali dipenderà necessariamente dal grado di inquinamento degli stessi

Come avevamo promesso rendiamo pubblico un documento del 16 luglio 2016 a conferma dell’impegno di questa Associazione e per smentire coloro che spargono veleni contro Italia Nostra ogni qualvolta vengono trattati argomenti duri da digerire come quello della Fiumarella.

Nel luglio 2016 , quando già da tempo le criticità di questo corso d’acqua erano emerse in tutta la loro problematicità, Italia Nostra, con una nota formale inviata all’Assessore Regionale all’Ambiente, al Dipartimento competente della Regione Calabria, alla Direzione Generale dell’Arpacal , al Ministero della Salute, ed al Sindaco del Comune di Praia a Mare chiedeva un intervento congiunto delle Istituzioni a tutela della attività turistiche che potevano essere condizionate negativamente da misure “pregiudizievoli” che per legge era opportuno e doveroso assumere. A tale scopo Italia Nostra proponeva di suddividere l’attuale area di balneazione di 777 mt alla sinistra della Fiumarella, la sola allora interdetta, in più aree di balneazione, escludendo dal divieto le aree non interessate dal fenomeno di inquinamento che andava circoscritto e delimitato nella sua reale consistenza evidentemente intorno alla foce attraverso un’azione di puntuale monitoraggio.

Nessun riscontro da parte del Comune di Praia a Mare a questa nota, nel mentre sono proseguiti periodici contatti con l’Arpacal e con il Ministero.

Una situazione, che comunque poteva essere risolta immediatamente con un forte intervento di risanamento, interessando anche l’area di Piazza Italia, è andata sempre di più peggiorando con l’aggiunta nei tre anni seguenti di altri due tratti di balneazione in qualità “Scarsa”. Questa è la situazione attuale.

Già dallo scorso anno abbiamo appreso che su tutto il territorio regionale l’Arpacal ha in corso un lavori di studio per una proposta di aggiornamento del posizionamento dei punti di prelievo, di una diversa ridefinizione delle aree di balneazione e della identificazione delle aree “non idonee alla balneazione” relative alla foce dei fiumi, torrenti e canali. Condividiamo le finalità di questo lavoro che vuole tener conto, a distanza di anni , della evoluzione territoriale del fenomeno della balneazione in Calabria e che è in linea con quanto proponevamo in sede locale. Un lavoro, dunque, che si presenta complesso e che avrà bisogno dei suoi tempi e dei suoi passaggi.

Italia Nostra evidenzia che l’ampiezza dell’area che si vorrebbe interdire permanentemente alla balneazione intorno alla foce dei fiumi e dei canali dipenderà necessariamente dal grado di inquinamento degli stessi.

Restringere tale tratto in modo non verificato, rischierebbe di pregiudicare le aree attigue. Dunque, proprio per questo, se si vuole conservare alla balneazione la gran parte del proprio litorale e se si vogliono mettere al sicuro le aree più a rischio, gli interventi di bonifica sui fiumi e sui canali non vanno interrotti come invece qui si sta avvenendo.