Premio 'Bergamotto d'oro' 2023 a due importanti personalità reggine

Il riconoscimento, per la 60esima edizione è andato a due forti personalità, premiate rispettivamente per la carriera ed i successi in ambito sportivo

Anche quest’anno il Lions Club Reggio Calabria Host presieduto da Natina Cristiano Ippolito, celebra l’eccellenza nelle opere e nelle arti con il Bergamotto d’Oro, giungo alla sua 60° edizione. La serata evento che rappresenta al contempo il culmine dell’anno sociale lionistico in corso si è tenuta ieri sabato 24 giugno nella splendida cornice della Sala Mons. Ferro di palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana, alle ore 18.00.

Il PremioBergamotto d’Oro”, istituito dal Lions Club Reggio Calabria Host Club nel 1959, si propone “lo scopo di affermare e diffondere sempre più, nel territorio della provincia, il culto dei valori spirituali, sociali ed umani e di additare all’ammirazione ed alla gratitudine del pubblico quei cittadini che, per l’eccellenza delle opere, per l’importanza delle iniziative e per la fama della loro personalità, si distinguano e si rendano benemeriti” e può essere assegnato “soltanto a persone viventi, nate nella città o nella provincia di Reggio Calabria o quivi da tempo operanti, che abbiano illustrato la loro terra nel campo delle lettere, delle scienze, delle arti, della tecnica e del lavoro…”.

Premio Bergamotto d’oro 2023

La commissione del Premio Bergamotto d’Oro 2023 presieduta dall’Avv. Emilio Lucisano ha unanimemente assegnato l’ambito riconoscimento a Lord Guglielmo Verdirame e alla campionessa paralimpica Anna Barbaro.

Chi è Lord Guglielmo Verdirame

Lord Guglielmo Verdirame

Lord Verdirame è nato nel 1971 a Reggio Calabria, dove ha studiato frequentando il liceo classico Tommaso Campanella; si è poi trasferito a Bologna per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza di quella città, dove nel 1994 si è laureato con il massimo dei voti e la lode.

Nello stesso anno ha lasciato l’Italia per proseguire i suoi studi in Inghilterra iniziando così la sua inarrestabile carriera accademica: dal 1997 al 1998, dopo il master  a Oxon, all’Università di Oxford come responsabile della ricerca con un programma di studi sui rifugiati, nel 2001 ha conseguito il Dottorato di ricerca alla London School of Economics and Political Science, dal 1998 al 1999 alla London School of Economics come assistente all’insegnamento, dal 2000 al 2003 al Merton College dell’Università di Oxford come Ricercatore Junior e docente universitario, dal 2003 al 2011 nella prestigiosa Università di Cambridge come docente, nel 2006 nell’Accademia di Diritto Internazionale dell’Aia come Direttore degli studi di diritto internazionale pubblico, nel 2015 nella Harvard Law School come borsista professore in visita, sempre nel 2006 alla Columbia Law School come professore in visita, dal 2010 al 2017 in una Università inglese altrettanto prestigiosa, il King’s College of London come professore di diritto internazionale, prima a tempo pieno e poi a tempo parziale; ed infine, dal 2022 nell’Università di Oxford, al Centro per l’Etica nell’Intelligenza Artificiale come “socio distinto”, dove si sta occupando di un innovativo progetto sull’arbitrato assistito dall’intelligenza artificiale.

Ma, accanto a questa sfolgorante carriera accademica, l’odierno premiato dal 2006 esercita con successo anche la professione di avvocato, “barrister” in inglese,  e nel 2019, bruciando le tappe rispetto al maggior tempo normalmente necessario, ha ricevuto da Sua Maestà la Regina Elisabetta la nomina a “Queen’s Consuel”, cioè “Consigliere della Regina”, che nell’ambiente forense viene curiosamente definito “Silk”,  cioè “Seta”, perché i Queen’s, divenuti ora, dopo la morte della Regina, “King’s Consuel”, hanno il diritto esclusivo di indossare in Tribunale abiti di seta nera invece della normale toga.

E, sempre con riferimento alla sua professione legale ed al grado di eccellenza da lui raggiunto, non può sfuggire l’importanza che, non solo la svolge nella qualità di “King’s Counsel”, Consigliere del Re, (la grande maggioranza degli avvocati inglesi resta “junior counsel” e non diventa mai “King’s Counsel”), ma che lo è diventato dopo poco più di un decennio di attività; così come è altrettanto degno di nota il rilievo che, su circa un centinaio di professori ordinari di diritto nelle principali università del Regno, quelli che sono anche King’s Counsel in meno di 15 anni si contano sulle dita di una mano.

Nel mese di ottobre 2022, per le sue molteplici benemerenze, gli è stato conferito con nomina regia il titolo nobiliare di Barone, Lord a vita e, come tale, da allora siede alla Camera dei Lord come membro non affiliato, a Westminster, sede del Parlamento britannico, per offrire il suo autorevole contributo nella formazione delle leggi di quel Paese.

Questa nomina, che rappresenta il più prestigioso traguardo a cui possa aspirare un professionista che opera nel Regno Unito.

Chi è Anna Barbaro

Anna Barbaro è nata a Melito di Porto Salvo (RC) nel 1985 ed ha trascorso la sua infanzia dedicandosi allo studio e alla musica; aveva, infatti, solo cinque anni quando ha cominciato a suonare il violino e poi, da ragazza, ha continuato a coltivare la passione per la musica frequentando il Conservatorio di Reggio Calabria e, nello stesso tempo, a studiare fino a laurearsi in “Ingegneria delle Telecomunicazioni”.

Nel 2010, purtroppo, sono improvvisamente comparsi per lei seri problemi alla vista, che si sono repentinamente aggravati fino a fargliela perdere completamente, perché il virus che le ha intaccato il nervo ottico è risultato ribelle ad ogni cura e, a poco a poco, nel pieno dei suoi giovani anni, lo spettro dei colori è gradualmente scomparso fino a toglierle la percezione del mondo attorno a lei, che è diventato completamente bianco.

Ma, questo tragico evento che ha completamente cambiato la sua vita, ha segnato anche l’inizio della sua rinascita grazie allo sport a cui si è dedicata con incredibile forza d’animo e con grande passione, tanto da farle raggiungere vette impensabili anche per atleti vedenti.

I più importanti successi sono venuti dopo del 2012, quando per la prima volta ha conosciuto il Triatlon con le Olimpiadi di Londra ed è stato subito amore, che, come lei racconta, le ha regalato esperienze bellissime facendole conoscere luoghi e culture per lei sconosciute, dal Canada alla Spagna, dalla Francia all’Olanda e all’Australia e, più recentemente, il Giappone, dove ha gareggiato mietendo sempre nuovi successi, tra cui: tre medaglie d’oro ( 50 e 100 metri stile libero e 100 rana ai Campionati Regionali in Calabria, due bronzi europei, due ori in Coppa del Mondo nei 400 e 1500 metri, un primo posto nel “World Para Triathlon Series”, che per i paralimpici è il circuito più importante dopo il campionato mondiale.

Ebbene: nonostante la durezza e la complessità, per una non vedente, di questa gara, la nostra atleta, dal 2020 in forza al gruppo sportivo Fiamme Azzurre, è riuscita nella magica impresa di completare l’intero percorso in un’ora e dieci minuti partecipando alle Paraolimpiadi di “Tokyo 2020”, svoltesi nel 2021, dove ha emozionato il mondo vincendo la medaglia d’argento e tagliando il traguardo assieme alla sua guida, Charlotte Bonin, avvolta nel Tricolore.

Ma Anna Barbaro non si è fermata lì perché, dopo circa due anni di sospensione degli allenamenti per un altro meraviglioso evento della sua vita straordinaria, rappresentato dalla nascita della figlia Francesca, nello scorso mese di maggio, è stata la protagonista assoluta nei campionati italiani di Paratriathlon svoltisi a Loano, dove si è laureata campionessa italiana portando a termine le tre prove in un’ora, 11 primi e 10 secondi, imponendosi nei confronti della sua compagna di squadra, Annalisa Minetti.