Reggio, presunto avvelenamento di un cane. Papaianni: ‘Non si può morire nell’indifferenza’
La presidente dell'associazione "Fare Ambiente" lancia l'allarme: "Sono sempre più frequenti i casi di sospetto avvelenamento in città. Servono più controlli e impegno condiviso"
24 Ottobre 2025 - 10:37 | di Renato Pesce

Un nuovo episodio di presunto avvelenamento di un cane scuote la comunità di Reggio Calabria.
A segnalare l’accaduto è Concetta Papaianni, presidente dell’associazione ambientalista “Fare Ambiente”, che da tempo si batte contro i maltrattamenti e la violenza sugli animali.
L’associazione, impegnata su tutto il territorio cittadino, sottolinea come i casi di sospetto avvelenamento stiano diventando sempre più frequenti e chiede maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Ai microfoni di CityNow, Papaianni ricostruisce quanto avvenuto nella giornata di ieri a Cannavò, quartiere della periferia reggina.
“Ieri alle 6.45 ho ricevuto una segnalazione sul presunto avvelenamento di un cane che si trovava a Cannavò. Interfacciandomi con alcuni volontari mi è stato riferito che questo cane vagava per le strade del quartiere e stava morendo. Di tutte le macchine che passavano nessuna si è fermata. Solo una persona ha fatto un video e l’ha pubblicato in anonimato su un gruppo Facebook di Reggio Calabria. Qualcuno ha pensato finalmente di chiamare la Polizia Locale, che è di pertinenza quando succedono queste cose. Sono intervenuti, hanno fatto i primi controlli per poter spostare il cane che, purtroppo, non ce l’ha fatta. Per stabilire le cause della morte è stato richiesto l’esame autoptico”.
Non è la prima volta che i volontari dell’associazione “Fare Ambiente” ricevono segnalazioni simili, e gli interventi in tutte le zone della città sono purtroppo sempre più numerosi.
“Il cane si presentava con la schiuma alla bocca e non si teneva i piedi, barcollava, effetto tipico da avvelenamento. Non è la prima volta che succede, purtroppo qualcuno ha imparato a “confezionare” le polpette con il veleno per lumache, che fa effetto dopo diverse ore ed è acquistabile liberamente, senza la necessità di esibire alcuna licenza per attività agricole o similari”.
“Il proprietario non sappiamo chi sia, però è presumibile che qualcuno debba essere, perché l’animale aveva una corda spezzata al collo, come se fosse stato legato da qualche parte. Faremo richiesta per avere l’esame autoptico, per sapere se effettivamente il cane è stato avvelenato. C’è un reato penale e in teoria quando succedono queste cose l’ASP e la Polizia Locale in automatico fanno la denuncia. Se gli esami daranno l’esito previsto, faremo anche noi un esposto alla Procura”.
La richiesta di maggiore tutela per gli animali a Reggio Calabria
La presidente Concetta Papaianni rinnova l’appello alle autorità e ai cittadini affinché episodi come questo non passino inosservati.
“Serve più sensibilità, più controlli e un impegno condiviso tra istituzioni e cittadini – afferma –. Gli animali non possono continuare a morire nell’indifferenza. Ognuno deve fare la propria parte per garantire una città più civile e rispettosa della vita”.
