Processo Rositani, 18 anni a Ciro Russo: l'UDI accoglie positivamente il verdetto

Oggi ha ottenuto giustizia prima di tutto Maria Antonietta

Oggi il GUP di Reggio Calabria ha ritenuto Ciro Russo – l’ex marito di Maria Antonietta Rositani che le diede fuoco il 12 marzo del 2019, lasciandola in fin di vita  con il corpo coperto di gravissime ustioni  – responsabile dei delitti ascrittigli e lo ha condannato alla pena di 18 anni di reclusione, al risarcimento delle parti civili ovvero la sua ex moglie, i suoi figli, il papà Carlo Rositani e le associazioni UDI Unione Donne Italiane  ed Insieme a Marianna Onlus-  nonché alla libertà vigilata a decorrere dalla fine della pena.

UDI ed Insieme a Marianna Onlus  accolgono positivamente questo verdetto, che riafferma anche un principio etico fondamentale: le donne non sono un oggetto  nelle mani di un potere  patriarcale che offende la vita, la  sicurezza,  la dignità, la libertà, l’autodeterminazione del genere femminile.

Oggi ha ottenuto giustizia prima di tutto Maria Antonietta, che non si è rassegnata alle violenze  subite per anni e culminate nel fuoco, che ha gridato al mondo la sua libertà e la sua determinazione di essere donna. Con lei hanno ottenuto giustizia anche le tantissime altre donne che quotidianamente, e spesso nel totale  silenzio,  subiscono volenze e maltrattamenti, Per tutte loro Maria Antonietta è diventata  un punto di riferimento, una interlocutrice ed un esempio da cui partire per ribellarsi ad un sistema culturale che riduce le donne a meno di oggetti.

La storia di Maria Antonietta non è e non può esaurirsi nella semplice- e pur  importantissima – vicenda  processuale conclusa con una giusta sentenza di condanna, ma deve esser  vista come una tappa, sia pure dolorosa, di un percorso che possa delineare una società nuova, nella quale i diritti e le  libertà, le potenzialità , le risorse, la visione del mondo delle donne possano affermarsi pienamente.

Le Associazioni  UDI ed Insieme a Marianna Onlus- che lavorano quotidianamente accanto alle vittime di violenza, accanto ai giovani, affinché si affermi una cultura rispettosa delle  identità e delle libertà-  esprimono la  convinzione che questa sentenza  incoraggerà tante vittime ad uscire dal silenzio ed a chiedere anche esse- come ha fatto Marianna Antonietta-  sicurezza,  rispetto, libertà e giustizia.