Mimmo Lucano a CityNow: "La fine di un incubo. Il sogno di una Calabria diversa può ricominciare"

L'ex sindaco di Riace si dice 'emozionato e sfinito' dopo la sentenza d'appello. 'Non ho mai fatto niente ma solo aiutato chi viveva un dramma'

E’ chiaro il sottofondo che circonda Mimmo Lucano. Saluti, pianti, sorrisi: è una festa quella che avvolge l’ex sindaco di Riace dopo la sentenza d’appello che ha decisamente ridotta la condanna da 13 anni ad 1 anno e 6 mesi.

I giudici della Corte d’appello, presieduta da Elisabetta Palumbo, hanno emesso il verdetto del processo attorno alle 17. “Xenia”, il nome del processo, era nato da un’inchiesta della Guardia di finanza sul ‘modello Riace’. Dalla lettura del dispositivo emerge che la Corte ha assolto Lucano dai reati più gravi. La Corte ha assolto tutti gli altri 17 imputati.

A pochi minuti dalla sentenza, Lucano non può nascondere l’immensa soddisfazione ai microfoni di CityNow.

“Sono contento per tutti quanti ancor prima che per me stesso. C’è tanta emozione, la speranza non mi aveva mai abbandonato. Oggi è la fine di un incubo, è il senso di essere libero di nuovo. Sono stati anni lunghi, che hanno influito sulla mia vita e sul mio carattere. Non mi sembra vero quello che ho vissuto, ancora oggi penso ‘ma che cosa ho fatto?’.

Mi dedicavano film e canzoni, il modello Riace veniva elogiato in tutto il mondo e parallelamente c’era un’azione giudiziaria nei miei confronti. Impossibile da capire”, le parole di Lucano.

L’ex sindaco ripercorre quella che è stata la nascita e la gestione di un modello innovativo, poi finito al centro di vicende giudiziarie.

“Tutto è sempre stato fatto in maniera spontanea. Riace è stata un’idea globale nata qui e apprezzata in tutto il mondo. Quale è il segreto? nessuno, tutto è stato fatto per andare incontro al dramma che vivono le persone. Ad un certo punto una bella pagina era diventata una storia criminale.

Come è possibile che un documento di identità fatto da me diventava un reato penale? Avevo capito benissimo che c’era qualcosa dietro, volevano cancellare una pagina di umanità. Su di me non potevano trovare nulla perchè non ho nulla. Anche il colonnello della Guardia di Finanza ha chiarito durante il processo, ‘il sindaco non aveva alcun interesse economico’.

A chi dedico questa sentenza? In primis all’avvocato Antonio Mazzone, che non è più tra noi. Non era un avvocato ma qualcosa di più, il nostro è stato un legame profondo. Non posso che ringraziare anche gli altri due legali Pisapia e Daqua, che hanno condiviso con me questo sogno. Non dimenticherò mai il loro sostegno. Un pensiero speciale lo rivolgo a tutta la mia famiglia, che ha vissuto con me tante sofferenze in questi anni”.

Quale futuro per Riace e quale, in prima persona, per Mimmo Lucano?

“Non posso immaginare oggi il mio futuro, è troppo presto. Di sicuro sarebbe bello che quel sogno di una Calabria diversa e rivoluzionaria possa ricominciare.

Io ho provato in tutti i modi a portarlo avanti, evidenziando come i migranti possono diventare una risorsa.  Il sogno di una giustizia vera oggi è rinato con questa sentenza.

L’insegnamento ricevuto? Che anche nei momenti più bui e difficili, tutto può rinascere. Adesso non vedo l’ora di abbracciare tutti gli amici di ritorno da Reggio Calabria e che hanno seguito con la mia stessa tensione la sentenza, che sembrava davvero non arrivare mai”.