Con il 2019 il Sud è entrato in recessione, con un Pil stimato in calo dello 0,2% (a fronte del +0,3% del Centro-Nord). É quanto emerge da un Rapporto di Svimez che segnala per il 2020 una “debole ripresa” con il Mezzogiorno che crescerà non oltre lo 0,2%.
Lo studio evidenzia poi che si è allargato di nuovo il gap occupazionale tra Sud e Centro-Nord:
“Nell’ultimo decennio è aumentato dal 19,6% al 21,6%. Ciò comporta che i posti di lavoro da creare per raggiungere i livelli del Centro-Nord sono circa 3 milioni”. La crisi è profonda e la demografia non aiuta: dal 2000 in poi, scrive ancora Svimez, hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti, metà dei quali giovani”.
Svimez giudica utile il Reddito di cittadinanza ma spiega che la povertà non si combatte solo con un contributo monetario: occorre invece ridefinire le politiche di welfare ed estendere a tutti in egual misura i diritti di cittadinanza. L’impatto del reddito di cittadinanza sul mercato del lavoro è nullo: la misura, invece di richiamare persone in cerca di occupazione, le sta allontanando dal mercato del lavoro. Svimez tiene però a sottolineare “identificare la misura come una politica per il Mezzogiorno è scorretto perché si basa sulla dannosa semplificazione che vorrebbe dividere il Paese nei due blocchi contrapposti e indipendenti di un Nord-produttivo e un Sud-assistito”.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenuto alla presentazione del rapporto, spiega che il governo si sta muovendo:
“Il Piano per il Sud sarà varato a fine anno. Un riequilibrio della spesa ordinaria degli investimenti è il primo obiettivo. Dobbiamo affermare un principio di giustizia, sanando un vulnus che ha accresciuto le disuguaglianze attuali”.