La luce del Granillo illumina la Reggina. Genoa al tappeto, amaranto in estasi

Prima Canotto, poi Hernani dopo il pareggio di Aramu. La Reggina stende una big della serie B davanti ai 14 mila del Granillo

Tre punti che valgono come sei. La Reggina davanti ad un Granillo che brilla stende una big del campionato, forse la favorita assoluta per il primo posto, ovvero il Genoa. Nel primo tempo vantaggio amaranto con Canotto, Aramu pareggia i conti ma nella ripresa dal dischetto Hernani mette la firma decisiva.

Le scelte iniziali

Inzaghi sorprende con l’inserimento di Giraudo al posto di Di Chiara. Nel consueto 4-3-3 amaranto, nessun’altra novità di rilievo, con Camporese e Canotto preferiti rispettivamente a Cionek e Ricci. In mezzo al campo conferma per il trio Mayer-Fabbian-Hernani, le nuove gerarchie assegnano ormai a Crisetig il ruolo di alternativa di lusso.

Genoa di mister Blessin in palla (3 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 5) e particolarmente insidiosa fuori casa, con 5 successi in 6 trasferte. Rossoblù con il 4-2-3-1, dietro il totem offensivo Coda, il terzetto composto da Jagiello, Aramu e Gudmundsson.

Davanti ad una cornice da serie A (14 mila i tifosi sugli spalti del Granillo) il ritmo è vivace sin dalle prime battute. Al minuto 7 azione insistita della Reggina, prima Hernani non raccoglie un cross dalla sinistra, successivamente il muro rossoblù ribatte i tentativi della formazione di Inzaghi.

Al 15′ la Reggina mette la freccia con Canotto. Preciso il lancio di Mayer per l’ex Chievo, controlla egregiamente, sembra perdere il tempo ma invece sfrutta alla perfezione l’ampio spazio concesso dagli avversari e con un destro angolato supera Semper. Il Genoa risponde alzando la palla alla ricerca di Coda, sempre attento però Ravaglia in uscita.

Reggina, il dischetto è dolceamaro

Nel mezzo una fase di sostanziale equilibrio con i ritmi in calo, al 33′ arriva a sorpresa il pareggio del Genoa. Il cross dalla destra viene spizzato da Gagliolo, diventa un involontario assist per Aramu che di testa non lascia scampo a Ravaglia.

Subito il pari, la Reggina si rituffa con cattiveria nella metà campo avversaria, atteggiamento che paga immediatamente. Al 35′ Rivas scappa tra Sabelli e Bani, la trattenuta viene punita da Maresca con il calcio di rigore. Il consulto al Var diventa una telenovela infinita, conclusasi con il lieto fine per gli amaranto. Il sorriso però dura una manciata di secondi: il rigore calciato da Menez è inguardabile, Semper ringrazia e respinge senza nemmeno impegnarsi.

La Reggina rientra negli spogliatoi con il rammarico di aver mancato il raddoppio dal dischetto, la consolazione però arriva in apertura di ripresa…sempre dal dischetto. Al 52′ è netto il mano di Czyborra sul cross di Pierozzi, Maresca indica nuovamente il dischetto. Cambia l’interprete e anche l’esito, con Hernani che spiazza Semper e conferma l’implacabile legge dell’ex.

Vittoria pesantissima

Il Genoa alza decisamente il baricentro, stringe la Reggina sulla difensiva ma offre ampi spazi alle ripartenze amaranto. Al 68′ Menez fa la prima (e ultima) cosa buona della sua gara, lanciando Canotto in campo aperto: sprint dell’ex Chievo che entra in area e da posizione defilata calcia sul primo palo, trovando un attento Semper.

L’intensità in campo richiede energie fresche, al minuto 70 Inzaghi inserisce Gori, Rivas e Crisetig, richiamando uno svogliato Menez, Cicerelli e Mayer. Reggina che si piazza con un abbottonato 4-1-4-1 in fase difensiva, la pesantissima posta in palio impone di non lasciare un millimetro alla qualità avversaria.

Il tecnico amaranto serra ulteriormente i ranghi: Cionek prende il posto di Giraudo, Gagliolo scala sulla fascia mancina con il neo entrato che si piazza al fianco di Camporese. Liotti per Canotto l’ultima mossa di Inzaghi, che rispetto al fischio d’inizio cambia mezza formazione.  Si gioca solo nella metà campo della Reggina, il Genoa però non riesce a creare nitide occasioni da gol.

Nei minuti finali la tensione si taglia con il coltello, Inzaghi si aggiunge ai 22 in campo correndo avanti e indietro. Il brivido arriva all’ultimo respiro, con il tiro di Yalcin che al minuto 98 viene ribattuto dalla difesa amaranto.

Finisce 2-1, la Reggina stende una big del torneo cadetto e la raggiunge al secondo posto, a quota 22 punti. L’esultanza al fischio finale, tra giocatori e staff tecnico, rende l’idea dell’importanza che si cela dietro al successo sul Genoa. Una serata da ricordare, se non altro per il verdetto che emette: giù la maschera, gli amaranto sono pronti a combattere per i primi posti, consapevoli delle loro forza.

Menez e compagni nuovamente in campo tra 5 giorni, sul campo del Venezia.