Reggina – Presidente, è il momento di parlare alla gente. Si ricordi che è stato un capopopolo
20 Dicembre 2018 - 09:35 | di Michele Favano

Può davvero finire così? In tre giorni tre schiaffi pesantissimi quelli subiti dalla Reggina, in quei tre giorni che più volte si era detto, avrebbero potuto segnare in maniera quasi definitiva il futuro della società.
Il quadro che ne è venuto fuori è allarmante e soprattutto ridotte al minimo le vie d’uscita. Un segno del destino che ha voluto concentrare tutto in brevissimo tempo, consegnando ai tifosi probabilmente il Natale più amaro degli ultimi anni. E si, perché fino alla passata stagione le amarezze erano circoscritte a vicende di campo, mancanza di risultati, discussioni sui tecnici e sui moduli, oggi la storia è ben diversa e con il serio di rischio di chiudere ancora una volta i battenti.
A fronte di una situazione drammatica dal punto di vista societario, con punti di penalizzazione certi, una seconda udienza fallimentare fissata per il prossimo 11 gennaio (anche qui un incredibile segno del destino) e l’accoglimento del ricorso avanzato dalla FIGC sul caso fideiussione, quali saranno le strategie societarie per cercare di evitare il secondo fallimento in quattro anni?
Non è semplice curiosità giornalistica, ma assoluta necessità dei tifosi capire quello che succederà e se qualcosa succederà. Capire se ci sono ancora i margini affinchè questa squadra possa proseguire il proprio cammino in campionato e se la società riuscirà a gestire l’insieme di queste situazioni evitando il tracollo.
Da più parti si invita il presidente Mimmo Praticò ad uscire dal silenzio e quindi parlare alla gente. Un presidente che negli ultimi mesi abbiamo visto diverso e quasi radicalmente cambiato rispetto a come tutti lo si ricordava. Lui che per lunghissimo tempo è stato personaggio aggregante e di particolare simpatia, coinvolgente e capopopolo, promotore, organizzatore e protagonista di trasferte anche impensabili come quella di Sassari che rimarrà per sempre nella storia.
Oggi, bersagliato dalle critiche che arrivano da ogni parte e soffocato da una situazione societaria clamorosamente precaria, ha preferito la strada del silenzio e dell’isolamento. Condivisibile, ma solo se circoscritti nel periodo in cui si sono dovute affrontare tutte queste serissime problematiche, non più prorogabile proprio per la necessità della gente di sapere. Anche attraverso una manifestazione pubblica, in qualsiasi piazza della città. Contestabile o meno, è arrivato il momento di conoscere il pensiero di chi dirige, ma è soprattutto arrivato il momento di mettere al corrente tutti, rispetto a quello che sarà da adesso in avanti.
Michele Favano
