Reggio, bella e dannata. Adesso anche la Reggina è senza guida

Colpita e affondata. Reggio Calabria vive uno dei momenti più bui della sua storia. Senza sindaco, senza rettore e adesso senza presidente

Reggio la non città.

Titolavamo così oltre un anno fa.

Con forte rammarico sottolineavamo le tante difficoltà di una delle città più belle al mondo nel superare gli ostacoli, nel gestire il quotidiano e nel servire i cittadini dei beni essenziali. Da anni ormai Reggio Calabria prova a stento a risalire la china ma viene costantemente fermata e riportata al punto di partenza da inchieste giudiziarie costanti.

Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti e i reggini vivono una condizione di sconforto quotidiano.

Ovunque si volga lo sguardo (che non sia rivolto allo Stretto di Messina) si avverte tristezza, amarezza finanche avvilimento.

Sembra quasi che a capo delle realtà più importanti della città, vedi istituzioni, enti o anche società sportive, ci debba essere obbligatoriamente qualcun che NON sappia svolgere quella determinata attività. Da qui il dramma. E la discesa ripida. Aggiungici poi la presunzione e l’arroganza e il fallimento è dietro l’angolo.

Reggio Calabria si trova oggi senza sindaco (non ce ne voglia il facente funzioni Paolo Brunetti), senza rettore e dunque senza guida dentro il luogo del sapere, e da oggi senza nemmeno più un presidente di calcio.

Ma dove è finito l’onore? Il senso della correttezza? Possibile che si sia perso tutto?

Dopo l’ormai digerita batosta del processo Miramare che ha condannato Falcomatà e buona parte della sua prima Giunta (colpevoli del reato di abuso di ufficio) e dopo lo schiaffo alla Mediterranea, su cui tutti noi credevamo, è arrivata ora la notizia che ci catapulta per l’ennesima volta sulle pagine nazionali.

Luca Gallo è finito in manette con l’accusa di autoriciclaggio e mancato versamento dell’Iva.

L’immagine di Reggio è dunque quella di una città dalle enormi potenzialità ma evidentemente gestita da uomini non all’altezza.

La fotografia è impietosa.

Il tentativo di cambiare il cammino e di riportare la città su una retta quantomeno senza pendenza negativa spetta ancora una volta ai reggini onesti e laboriosi.

Per adesso però la fetta di reggini corretti e leali se ne facciano una ragione. Siamo caduti troppo in basso.

Reggio, al momento, questa è.

Bella e dannata.