Reggio, accusati di associazione per delinquere e altri gravissimi reati: assolti i f.lli Cara

I Cara, molto noti a Reggio Calabria, avevano gestito, sino al luglio 2014, un sito di stoccaggio di rifiuti

Il Tribunale Collegiale di Reggio Calabria (Pres. De Pasquale, a latere Berardi e Iori), all’esito di una lunga istruttoria dibattimentale, ha assolto i fratelli Cara, segnatamente, Domenico, Giuseppe Terzo, Emiliano Antonio e Valentina, tutti difesi dall’Avv. Andrea Alvaro, dalle pesanti accuse mosse nei loro confronti dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria.

Nel procedimento penale ai Cara venivano contestati i reati di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti, plurime violazioni di sigilli e numerosi reati contravvenzionali in materia ambientale. Per tali ultime fattispecie contravvenzionali è stata dichiarata la prescrizione.

I Cara, molto noti a Reggio Calabria, avevano gestito, sino al luglio 2014, un sito di stoccaggio di rifiuti, pericolosi e non, oltre che l’attività di raccolta e trasporto degli stessi in tutto il territorio regionale.

Nel 2014, a seguito delle risultanze dell’attività investigativa posta in essere dal N.I.P.A.F. del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria, la Procura reggina aveva ottenuto il sequestro del sito e delle ditte e società con le quali i Cara esercitavano la loro attività imprenditoriale. Era emerso, infatti, che le autorizzazioni erano da tempo scadute, in quanto la prossimità del sito all’aeroporto reggino faceva sorgere un vincolo che impediva il rinnovo delle stesse.

Secondo l’accusa, i Cara avevano continuato ad esercitare la loro attività anche dopo il sequestro del 2014, proseguendo nell’attività di traffico illecito di rifiuti e violando più volte i sigilli apposti al loro sito di stoccaggio.

L’attività degli imputati era stata ripresa anche dalle telecamere installate dalla polizia giudiziaria ed emergeva dalle intercettazioni telefoniche disposte nei loro confronti, oltre che dai servizi di appostamento.

Nel 2017, a fronte della ritenuta prosecuzione delle attività illecite rispetto al sequestro del 2014, la Procura aveva richiesto ed ottenuto l’arresto in carcere dei fratelli Domenico, Giuseppe Terzo ed Emiliano Antonio Cara – nonché del padre, Stefano, deceduto durante il processo – nonché il sequestro anche della ditta Karaeco di Cara Valentina.

Intorno alle condotte dei Cara ruotavano anche le accuse mosse a numerosi altri imputati, ritenuti loro concorrenti in alcuni reati ambientali. In particolare, erano coinvolti nel procedimento anche Nardo Salvatore, Ambrogio Giuseppe, Alampi Antonio, Alampi Domenico, Felletti Gianluca, Galli Giorgio, Manduca Pietro, Guinicelli Carlo e Cavalieri Antonio.

Il Pubblico Ministero, nella sua lunga requisitoria, aveva richiesto la condanna di Cara Domenico e Cara Giuseppe Terzo ad anni cinque e mesi sette di reclusione, di Cara Emiliano ad anni due e mesi dieci, di Cara Valentina ad anni due e mesi due, di Ambrogio Giuseppe ad anni due e mesi otto, di Felletti Gianluca ad anni due e di Guinicelli Carlo ad anni due di reclusione. Per gli imputati Alampi e Nardo l’Accusa aveva richiesto invece l’assoluzione. Per tutti gli altri imputati e per le imputazioni contravvenzionali la stessa Procura aveva richiesto la declaratoria di prescrizione del reato.

Il collegio dei difensori che hanno assistito i numerosi imputati era composto dagli avvocati Stefano Priolo, Rosario Errante, Carmelo Malara, Emanuele Genovese, Antonio Larussa, Massimiliano Carnovale, Francesco Bevilacqua, Mauro Pontini, Sergio Contestabile e Leo Condemi.

Nei confronti dei Cara si erano costituiti parti civili il Comune di Reggio Calabria e la Città Metropolitana.

Il Tribunale ha assolto i Cara dai delitti loro ascritti con la formula «perché il fatto non sussiste» e ha disposto il dissequestro dei beni e delle ditte e società sequestrate, a loro riconducibili. Con la stessa formula ha assolto i coimputati Guinicelli, Felletti, Ambrogio, Alampi Antonio, Alampi Domenico e Nardo. Per tutti gli altri ha dichiarato la prescrizione.

Soddisfazione è stata espressa dall’Avv. Andrea Alvaro per l’importante risultato defensionale ottenuto.

«È stato un processo molto complesso e difficile. Le tematiche affrontate erano molto tecniche e sfumate. Il Tribunale reggino – ha concluso il difensore – ha dimostrato, ancora una volta, il suo consueto spessore. Decisioni come questa alimentano la fiducia che gli imputati non devono mai perdere nei confronti di chi li giudica».