Reggio, l'incredibile storia di Cardeto nord: paese fantasma abbandonato da 40 anni

Varie le colpe. In primis da attribuire ai tempi lunghissimi del sistema giudiziario. Poi alle istituzioni. Le vittime? Le famiglie di Cardeto

Un pugno in un occhio.

Le palazzine di Cardeto nord che occupano, a 1300 metri di altezza, il meraviglioso scenario sulla sponda destra del torrente Sant’Agata, a pochi chilometri dal Parco Nazionale dell’Aspromonte, sono il segno del fallimento della politica italiana.

Costruita a seguito dell’alluvione del 1972, con il solo obiettivo dichiarato di risolvere nel breve termine l’emergenza ed accogliere i residenti sfollati di Cardeto, la mega struttura, mai completata, risulta ad oggi incredibilmente inutile.

Cardeto nord e Cardeto sud: frazioni ‘fantasma’

In realtà si tratta di due insediamenti urbani rimasti nel tempo inutilizzati.

Parliamo di Cardeto nord e Cardeto sud, costruiti negli anni ’80 su input del Governo dopo l’inondazione del paese. E così sessantadue miliardi di vecchie lire dell’epoca, (dopo 639 ordinanze di sgombero), vengono stanziati a favore del popolo di Cardeto direttamente da Roma per la creazione di un nuovo paese.

Cardeto nord è il complesso più grande, con oltre 300 alloggi ed è costituito da due lotti, la cui prima pietra fu posta intorno agli anni ’80.

L’opera faraonica però non ha visto mai la sua completa realizzazione.

Cardeto nord, iter complesso con lunghi ‘stop’ giudiziari

L’iter realizzativo dell’opera si interrompe nel 1988 a causa di un articolato procedimento giudiziario nei confronti della prima ditta appaltatrice. Seguono altri sette anni di stop che portano alla rescissione del contratto con la ditta da parte del Comune (1995) e al successivo affidamento della gestione del complesso residenziale alla Prefettura per il proseguo delle opere del secondo lotto.

Da parte del Comune di Cardeto vige dunque da quella data solo il compito di suggerire gli indirizzi politici generali. Da parte del Governo invece l’obbligo di gestire il complesso residenziale e completare al più presto i lavori, avvalendosi anche dell’aiuto e del supporto delle realtà autorevoli locali, come l’Università di Reggio.

Proprio la Facoltà di Architettura, in tempi rapidi (2000), presenta un nuovo progetto realizzativo a completamento del primo lotto al quale si dà subito seguito con la presentazione di un bando, che va però deserto.

Nel frattempo centinaia di famiglie vengono trasferite in una struttura alberghiera della zona per una sistemazione inizialmente indicata come temporanea mentre alcuni nuclei familiari (i più fortunati), si trasferiscono nel primo lotto di Cardeto nord.

Fallito il primo obiettivo, l’amministrazione comunale dirotta gran parte del finanziamento per la realizzazione di opere necessarie e fondamentali per il territorio, come il ponte di Pantano e l’acquedotto, utilizzando in parte le somme del finanziamento (poi gradualmente rimodulato) di Cardeto nord.

A seguito dell’ennesima gara da parte degli enti preposti i lavori vengono poi affidati ad un’impresa reggina. Dopo poco tempo, a causa dell’ennesimo cavillo tecnico amministrativo, tutto si blocca nuovamente e i lavori vengono sospesi ed interrotti.

Si  attiva quindi un nuovo nuovo procedimento giudiziario.

Arriviamo così al 2005, ben 33 anni dopo la tragedia dell’alluvione.

Cardeto nord, la ricostruzione che non c’è

A distanza di oltre 30 anni dunque la giustizia italiana in primis non è stata in grado di aiutare centinaia di famiglie sfollate. Del resto sarebbe stato sufficiente accelerare l’iter, con il solo obiettivo di risolvere e dirimere una controversia che andava affrontata con estrema urgenza.

Come spesso avviene in Italia, ciò che dovrebbe essere considerato prioritario, al contrario viene declassato, per non dire abbandonato.

Passano così altri 22 lunghi anni (2022) trascorsi al ritmo di udienze ricorsi, udienze rinviate e decreti ingiuntivi.

Questa, in sintesi, l’incredibile storia di Cardeto nord, paese fantasma abbandonato da 40 anni.

Nei prossimi giorni vi racconteremo quali sono ad oggi i programmi dell’amministrazione comunale di Cardeto, quale il progetto futuro per il completamento dell’opera e quali le necessità dei pochi, pochissimi residenti rimasti.