Reggio, l'indignazione dei sindacati: "I diritti dei lavoratori sono stati calpestati"

"Della tutela dei lavoratori nessuno parla seriamente. Per noi solo silenzi, allusioni infanganti". L'intervento di Laiacona (Cisl) durante la manifestazione dei sindacati

“Oggi non è facile per nessuno essere qui, sotto questo sole, c’è poco spazio per ogni tipo di respiro, ma tutto questo non ci ha fermati”.

A parlare è Valeria Laiacona appartenente al gruppo Cisl che ha fatto della sua esperienza di vita un monito per i tanti impiegati che, oggi, vedono i loro diritti calpestati.

“Noi siamo qui e continueremo ad essere ovunque ci sia bisogno del nostro contributo manifestare la nostra indignazione e reclamare il pieno riconoscimento dei nostri diritti di lavoratori. 

É assurdo pensare che dopo mezzo secolo di lotte, siamo ancora qui a combattere per diritti che dovrebbero ormai essere scontati. Professionalizzazione, stabilizzazione del personale precario, innovazione, carriera, lavoro. Ci ritroviamo, paradossalmente, a lottare per evitare che ci venga tolto quel poco che ci è rimasto per garantire la nostra dignità di lavoratori. Ci sono stati uomini che hanno dato la vita per assicurare queste prerogative alle generazioni del futuro. Pensate alla contrattazione, al confronto, oggi siamo sempre più martoriati e calpestati”.

CARENZA DI PERSONALE

Nell’appassionato discorso di Valeria Laiacona del Tribunale di Caltagirone c’è spazio ovviamente anche per la carenza di personale che, oggi, affligge, quasi tutti i settori del lavoro italiano.

“Tanti lavoratori del ministero della giustizia si trovano in una condizione di implosione dovuta ad una carenza di organico senza precedenti. Io come tanti altri colleghi, appesantiti, stremati, sono stata vittima di questa situazione, e a volte è peggio che esser trattati come delle bestie. 

Spesso il lavoro dell’impiegato pubblico viene sottovalutato, dimenticando che gli operatori si trovano di fronte ad un’utenza difficile, la cui unica valvola di sfogo per un sistema sbagliato sono gli stessi lavoratori”.

Difficile non far riferimento anche al settore sanitario che, in Calabria, come in altre regione del Mezzogiorno sta vivendo un periodo critico:

“Lo stesso vale per gli operatori sanitari, costretti a turni estenuanti e a cui viene chiesto veramente l’impossibile”.

Laiacona spiega:

“Oggi viviamo sicuramente una stagione di regresso rispetto al passato. Basta dire che i lavoratori di oggi sono ‘fannulloni’ e così si ottiene il consenso dell’opinione pubblica. Si vuole fare di pochi casi isolati uno slogan da campagna elettorale. Del pubblico impiego e della tutela dei lavoratori nessuno parla seriamente. Per noi solo silenzi, allusioni infanganti, dimostrazione che chi dovrebbe fare non fa e non sa o fa finta di non sapere”.