Reggio Calabria, le tappe che hanno segnato la storia del ‘900

Date ed eventi che hanno segnato la storia di Reggio Calabria nel '900

*Una storia ricca di eventi che hanno segnato il percorso non solo di Reggio e della Calabria, ma che hanno catturato l’attenzione dell’intera Italia.

Difficile riassumere in pochi eventi la storia reggina del ‘900, ma CityNow ha scelto le seguenti date per ricordare gli avvenimenti più importanti dello scorso secolo.

1908, FINE DI TUTTO: LA CATASTROFE 

Reggio Calabria, “città metropolitana” per definizione. Per antonomasia una città “nuova”, perché la storia si è sgretolata sotto le macerie dell’evento che ha scosso non solo il centro calabrese, ma il Paese intero. Un secolo dipinto da un percorso di rinnovamento, a cominciare proprio dal sisma del 1908.

Era l’alba del 28 dicembre: in pochi, pochissimi, avrebbero visto sorgere il sole quel giorno. I libri di storia riportano la disgrazia come il “terremoto della Calabria meridionale” o “terremoto calabro-siculo”. La terminologia non cambia la sostanza: restano i trentasette secondi durante i quali la terra decise di ribellarsi.

Approssimativa, ancora oggi la stima delle vittime: tra i novanta e i centoventimila, nel complesso. A pagare più di tutti, fu Messina che perse metà della popolazione, a dispetto di quella reggina, amputata per un terzo. Numeri, cifre, morti che hanno segnato la storia d’Italia, in quanto catastrofe più grave che abbia colpito il territorio in tempi storici, nonché peggior sciagura naturale in Europa per numero di vittime.

IL BOMBARDAMENTO DEL ’43

La forza di ogni uomo, la sua volontà, emerge nei momenti più critici della sua esistenza. È così che i reggini, decisero di rimboccarsi le maniche e dare vita alla ricostruzione a ridosso della Grande Guerra, ignorando tuttavia che proprio durante un conflitto (la Seconda Guerra Mondiale) avrebbero pagato un pesante tributo alla Storia.

La città iniziava a rialzarsi, come un bimbo che muove i primi passi e inciampa, traballante, nei primi mesi di vita. il terrore stavolta arrivò per via aerea e non in un tragico episodio, ma più volte nel corso della primavera e dell’estate del 1943.

Alla fine si contarono ventiquattro incursioni aeree alleate contro l’Italia fascista, che distrussero Reggio, allora popolata da 130mila abitanti. Il numero e la frequenza dei bombardamenti, la resero come la provincia più colpita in Calabria. il primo boato che squarciò il cielo reggino si udì il 27 gennaio ‘43, dando luogo a continui attacchi americani, di giorno e notte, fino ad agosto, allorquando se ne registrarono addirittura otto.

Quando i britannici entrarono in città, il 4 settembre, lo scenario fu apocalittico: circa 4mila morti, con il 70% degli edifici distrutto.

SDEGNO E SOMMOSSA: SCOPPIA LA RIVOLTA

Ogni depressione, inevitabilmente, dà luogo ad una risalita. Nel mentre il celebre Lungomare migliorava il suo volto adeguandosi allo scorrere degli anni, la città conobbe una fase di tranquillità messa a repentaglio, però, nel 1970: momento della rivolta, concretizzatasi il 14 luglio.

Una parentesi temporale dilatata oltre un anno e che causò la morte di cinque persone. Una sommossa popolare generata dalla decisione di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro nel quadro dell’istituzione degli enti regionali, che funge da spartiacque con i tempi moderni.

 

CULTURA E SPORT: REGGIO IN SERIE A

Tempi moderni impreziositi da un evento che ha segnato il rilancio socioculturale (non solo in ambito sportivo) di Reggio Calabria: il modo migliore per congedarsi dal millennio, l’approdo nella massima serie della squadra di calcio.

A dare corpo ai sogni dei tifosi, la cavalcata trionfante che portò la Reggina al paradiso della serie A, con Franco Colomba al timone, il 13 giugno 1999. Una festa durata mesi, una permanenza nella massima serie protrattasi per diversi anni sino a far diventare gli amaranto una realtà del calcio italiano.

Dalla polvere al sogno realizzato, andata e ritorno. Dopo la miracolosa gestione Foti e le difficoltà evidenti vissute negli ultimi anni della gestione con l’ex presidente amaranto, il reset e la ripartenza dalla serie D con Mimmo Praticò. Anni di sofferenze in Lega Pro, poi il nuovo ribaltone con l’avvento di Gallo e il popolo amaranto che vuole tornare a sognare.

*articolo realizzato dagli stagisti partecipanti al modulo sul giornalismo del Bluocean’s Workshop diretto da Claudio Cordova e Pasquale Romano.