Reggio, orrore al Morelli. In carcere il macellaio Putortì: è accusato di omicidio volontario

Questo pomeriggio si terrà l'udienza davanti al Giudice per le indagini preliminari. Putortì rimarrà in carcere?

E’ stata fermata una persona con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio, incolpata del delitto avvenuto due giorni fa a Reggio Calabria. Dopo i terribili fatti di lunedì, quando due uomini, lasciavano sul piazzale antistante dell’ospedale Morelli il corpo esanime di Alfio Stancampiano (30enne), dandosi alla fuga, gli inquirenti hanno ricostruito l’accaduto, fermando con la gravissima accusa di omicidio volontario il macellaio Francesco Putortì, l’uomo di 48 anni fermato dalla squadra mobile e dai carabinieri.

Secondo la ricostruzione, dopo una rapina in casa Putortì, lo stesso macellaio, per difendersi dai malviventi, ha aggredito con diverse coltellate uno dei tre e ferito un altro uomo. Nel corso dell’interrogatorio avvenuto in Questura, Putortì, si è difeso sostenendo la sua versione dei fatti.

«Quando sono rientrato a casa ho visto passare una persona, mi sono preso di panico. Ho avuto paura e ho afferrato un coltello. I due soggetti che erano dentro casa mi hanno aggredito e io mi sono difeso. Mentre scappavano ai due ladri sono cadute le pistole. Mi hanno aggredito, mi sono difeso”.

Queste le parole di Francesco Putortì. Intanto nel pomeriggio di oggi, alle ore 15:30, si terrà l’udienza di convalida dell’arresto con l’interrogatorio del Giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se convalidare gli arresti, disporre i domiciliari, l’immediata liberazione o riqualificare il reato.

Il legale dell’imputato: ‘Assurde eccessive e assurde’

“Ci sembra eccessiva e assurda l’accusa di omicidio volontario contestata dalla Procura – ha dichiarato l’avvocato Maurizio Condipodero, difensore di Putortì – Tutto al più potrebbe essere un eccesso colposo di legittima difesa se dimostrato che le ferite derivano dalla colluttazione e non da altro. Attendiamo con fiducia la decisione la decisione del gip”.