Reggio, i legami delle cosche Latella-Borghetto con la comunità rom: 'Aree di spaccio e arsenale di armi'

Operazione Garden, "Cosimo Borghetto e Gino Molinetti commentavano denunce imprenditori, "se la cantano, bisogna stare attenti", evidenzia il Procuratore Bombardieri

Operazione ‘Garden’, alle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo, nelle Province di Reggio Calabria, Agrigento, Cosenza, Messina, Milano e Roma, un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 27 soggetti, emessa dalla Sezione G.I.P. del Tribunale reggino, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri.

I soggetti attinti dai provvedimenti restrittivi della libertà, di cui 25 in carcere, sono indagati a vario titolo per i reati di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, usura.

Nel corso della conferenza stampa tenutasi presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, il Procuratore Giovanni Bombardieri, il Procuratore Aggiunto Dott. Walter Ignazitto, e il Comandante del Nucleo Polizia Economico-Finanziario di Reggio Mauro Silvari hanno illustrato i dettagli delle operazioni, che ha riguardato soprattutto le zone Modena-Ciccarello-San Giorgio extra.

“Indagine puntuale e piena di riscontri –esordisce Bombardieri-. Accanto a rituali antichi della ‘ndrangheta, come le doti da assegnare, abbiamo trovato nuove modalità come ad esempio i rapporti con alcuni soggetti della modalità rom.

Cosimo Borghetto e Gino Molinetti, commentavano denunce imprenditori, ‘se la cantano, bisogna stare attenti’. La preoccupazione che loro stessi avvertivano significava che non si poteva andare a chiedere il pizzo perchè era concreto il rischio di essere denunciati e bisognava cambiare il metodo.

Questo per noi è un elemento importante perchè fa capire il valore della denuncia da parte degli imprenditori. Questo bisogna far evidenziare, che gli imprenditori sentano accanto a sè la società civile e non si sentano isolati. i cittadini non si devono più girare dall’altra parte.

Rapporti tra cosche e anche utilizzo di una cassa comune per far fronte al mantenimento di persone in stato di detenzione. La presenza di soggetti della comunità rom in articolazioni di ‘ndrangheta non è una novità, basti pensare alle operazioni Eracle o Epicentro. In questo caso c’è il relazionarsi di un vero e proprio gruppo della comunità rom, ormai con un grado di elevata autonomia, che interloquiva con gruppo di ‘ndrangheta”, le parole di Bombardieri.

Bombardieri ha evidenziato la disponibilità “importante di armi, un vero e proprio arsenale, alcune particolarmente pericolose. Indagine che ha toccato vari aspetti, e vari profili, stretto controllo del territorio e delle piazze di spaccio. Accertato lo spaccio in alcune zone della città, cosche Latella-Borghetto manteneva i contatti con la comunità rom. Le indagini non si sono ancora concluse. Le cosche Latella-Borghetto lasciavano libertà di spaccio a una sorta di manovalanza, in nome di questi accordi”.

Il Colonnello Mauro Silvari ha proseguito: “Hanno agito oltre 300 militari, operazione importante. Non possono esistere aree della città considerate fortini o dove le forze dell’ordine non intervengono. più volte richiami a intercettazioni, che fa capire come questa azione ad ampio raggio è stata messa in essere. Questo ci permette di avere il polso della situazione ed escludere che questi criminali possono anche solo ipotizzare di svolgere le loro attività senza l’intervento delle forze dell’ordine”.

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