Reggio, FdI ricorda la rivolta del 1970. Aloi: ‘Quel giorno nacque un popolo consapevole’

Lo scrittore Enzo Rogolino ha offerto una spaccato autentico e appassionato di quei giorni vissuti in prima persona all'età di 16 anni

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Si è svolto ieri sera, presso la sede di Fratelli d’Italia di Reggio Calabria, un partecipato incontro per commemorare i 55 anni dalla Rivolta di Reggio del 1970, evento centrale nella storia della città e dell’intero Mezzogiorno. L’occasione è stata anche la presentazione del libro di Enzo Rogolino, testimone diretto di quei giorni drammatici e intensi.

L’incontro, moderato da Franco Germanò, dirigente di FdI, ha voluto riaffermare il valore e l’attualità delle motivazioni che portarono un’intera popolazione a scendere in piazza per difendere la propria dignità e i diritti negati alla città.

Memoria, identità e impegno politico

«Le ragioni della rivolta del 1970 — ha sottolineato Germanò — sono ancora oggi, guida dell’impegno politico di Fratelli d’Italia a Reggio: difesa del territorio, coesione sociale, sviluppo reale per il Sud».

Germanò ha inoltre ricordato che proprio grazie all’impegno della destra reggina, Reggio ha ottenuto il riconoscimento di Città Metropolitana, un risultato politico e istituzionale che rappresenta una conquista storica in linea con le aspirazioni di autonomia e centralità espresse già cinquantacinque anni fa dalla popolazione in rivolta.

Ad introdurre i lavori è stata Ersilia Cedro, coordinatrice cittadina del partito, che ha ricordato con forza il ruolo fondamentale avuto da donne e giovani durante quei giorni, spesso dimenticato nei racconti ufficiali.

«Sono stati loro — ha detto — la spina dorsale di quella protesta popolare, che non fu mai solo rabbia, ma una richiesta di giustizia sociale».

Testimonianze e memoria familiare

Momenti di profonda commozione hanno accompagnato le testimonianze di Caterina Campanella e Carmine Jaconis, rispettivamente figlia e nipote di due dei caduti durante i moti. Le loro parole hanno restituito la dimensione umana e personale di una lotta collettiva che ha lasciato segni indelebili nelle famiglie reggine.

Enrico Caminiti ha tracciato con lucidità il profilo dello zio Ciccio Franco, figura simbolo della rivolta, definendolo:

«Autentico leader e trascinatore del popolo reggino», capace di dare voce a un disagio profondo e radicato.

Particolarmente significativo l’intervento dell’onorevole Natino Aloi, uno dei protagonisti di quelle giornate, che ha raccontato aneddoti inediti e ricordi personali. È stato lui ad organizzare il primo corteo, partito con appena sei-sette persone da Santa Caterina e arrivato a Piazza Italia con oltre 30.000 partecipanti:

«Quel giorno — ha detto — nacque un popolo consapevole della propria forza e della propria dignità».

Il libro di Enzo Rogolino e l’attualità della rivolta

Nel suo intervento, Enzo Rogolino ha illustrato i contenuti del suo libro, offrendo uno spaccato autentico e appassionato di quei giorni vissuti in prima persona all’età di sedici anni.

«Dietro le barricate — ha ricordato — c’era un popolo unito, senza distinzioni di classe, determinato a non essere dimenticato».

L’incontro si è concluso con un messaggio forte e chiaro: la Rivolta di Reggio non appartiene solo al passato, ma è parte viva dell’identità collettiva della città e di una “questione meridionale” ancora oggi irrisolta. Fratelli d’Italia ha ribadito il proprio impegno a non disperdere quella memoria e a proseguire nella battaglia per un Sud che abbia finalmente voce e diritti.