La storia del quartiere 'Santa Caterina' di Reggio Calabria

Come è composto, qual è la sua storia e tutte le curiosità sul quartiere della zona nord di Reggio Calabria

Allo stato attuale, il centro urbano di Reggio Calabria è composto di tre settori:

  • il quartiere di Santa Caterina a Nord;
  • il centro storico, compreso tra le fiumare Annunziata e Calopinace;
  • il rione di Sbarre, a Sud.

Prima del terremoto del 28 dicembre 1908, questa zona al di là della Fiumara Annunziata non presentava alcun agglomerato abitativo residenziale: esistevano solamente alcune abitazioni in fregio alla SS 18, la “Nazionale”, la filanda Laganà, situata all’incrocio con la strada Scesa Stazione che portava alla fermata ferroviaria, una volta inaugurato il collegamento Reggio – Villa San Giovanni il 19 maggio del 1884,  ed altri edifici di chiara caratterizzazione agricola.

Il quartiere di Santa Caterina

All’indomani del terremoto del 1908, l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria approvava il Piano Regolatore (R.D. 5 maggio 1911) che suddivideva il territorio urbano in 419 isolati: possiamo tranquillamente affermare che questo strumento urbanistico costituisce una sorta di atto di nascita del quartiere di Santa Caterina, dal momento che viene prevista qui la costruzione di 35 isolati. L’isolato numero 1 è quello in fondo alla Via Enotria, sulla sinistra, là dove inizia l’Autostrada, mentre l’isolato numero 35 è quello in fondo alla Via Santa Caterina d’Alessandria, sulla destra.

Struttura

Il quartiere di Santa Caterina presenta una rigida struttura a scacchiera, essendo composto di quattro vie principali perfettamente orientate secondo la direzione dei punti cardinali N – S ed undici trasversali di collegamento nel senso mare – monte. Tale assetto urbanistico potrebbe richiamare l’impostazione degli accampamenti militari romani a cardo e decumano, ecco perché utilizziamo il termine “quartiere” (mentre Sbarre, dove l’edificato si è sviluppato lungo le strade principali, è un “rione”).

Costruzione

Il quartiere è stato costruito quasi totalmente ad opera dell’Ente Edilizio, che venne istituito con Regio Decreto 18 giugno 1914, n. 700, allo scopo di “provvedere alla costruzione delle case per gli impiegati dello Stato, delle case economiche (per i terremotati) ed alla gestione delle case stesse e dei beni indicati nel seguente articolo, con tutti i diritti spettanti al Comune” e per “provvedere al graduale sbaraccamento della città mediante la costruzione di case economiche e popolari, da assegnare alle famiglie sbaraccande, nonché di case per gli impiegati dello Stato”.

Storia e toponomastica

Il quartiere prende il nome dal culto a Santa Caterina d’Alessandria, di cui all’antica chiesa di Santa Caterina del Trivio, che prima del 1908 si trovava pressappoco là dove oggi sorge l’isolato 23, ma non in fregio alla Nazionale. L’attuale chiesa venne costruita ex novo, nell’adiacente isolato 26, nel 1929. Ed oggi l’antica Via Nazionale prende il nome proprio da Santa Caterina d’Alessandria.

La toponomastica del quartiere viene definita in epoca fascista, ed ha un impostazione chiaramente propagandistica: le tre vie lunghe (Via Italia, Via Esperia e Via Enotria) hanno nomi che richiamano alle radici culturali antiche del nostro Paese; delle undici traverse, invece, ben dieci ricordano la 1° Guerra Mondiale, l’evento bellico cui il Fascismo si ispirò profondamente (Bligny, Carso, Piave, Monte Grappa, Montello, Monte San Michele, Gorizia, IV Novembre, Pola, Zara).

Curiosità

La villetta di Santa Caterina

All’incrocio con Via Monte San Michele si apre la villetta di Santa Caterina, in quello che era l’isolato 16 che fronteggia, peraltro, l’isolato 13 dove sono ubicate le Scuole Elementari e la Scuola Media. Sulla villetta di Santa Caterina ci sarebbero tante storie da raccontare, innanzitutto tenendo conto che ha funzionato egregiamente in tutti questi anni come luogo di svago per i bambini: quante corse in bicicletta, quanti giochi …; è stata un punto di incontro privilegiato per gli anziani, soprattutto d’estate sempre alla ricerca di un posto all’ombra dove sedersi; ha costituito la naturale valvola di sfogo dei bambini all’uscita della Scuola. Una bella alberatura la orna e la impreziosisce.

La casa di Mino Reitano

All’isolato 5, invece, su Via Italia, sorge quella che per molti anni è stata la casa di Mino Reitano, sulla cui facciata negli anni scorsi è stata affissa una lapide che ricorda questa circostanza. Era la casa dove noi, bambini, dalla mano del Papà, venivamo a trovare il cantante, già famoso, quando si concedeva qualche sporadica giornata di relax, con il consueto via vai di amici e fans.

Nel corso del 1943 il quartiere di Santa Caterina venne seriamente danneggiato dai bombardamenti dell’aviazione alleata angloamericana. Diciamo che un po’ tutta la città di Reggio Calabria venne sottoposta ad intensi bombardamenti, di cui si ricorda soprattutto il più cruento, quello del 6 maggio, cantato da Nicola Giunta nella sua celebre poesia: “Bumbardamentu”. L’obiettivo degli ordigni sganciati dagli Alleati era (almeno nella zona Nord) il porto, situato subito ad Ovest del quartiere, ed i depositi di carburante, ubicati in fondo alla Via Enotria, sulla collina verso Est, là dove oggi sorge il Centro Polifunzionale della Polizia di Stato intitolato al Prefetto Antonio Manganelli. In conseguenza di ciò vennero seriamente danneggiati numerosi edifici civili, che in seguito vennero ripristinati e ricostruiti.