Reggio - Supermercati, altro che ressa. L'attesa (al contrario) è civile ed educata

Niente scene di guerra all'interno dei supermercati reggini, sola una dimostrazione di 'comune' civiltà

Ristobottega

L’Italia si blinda e gli italiani escono fuori.

Ancora una volta, durante l’emergenza sanitaria del coronavirus, arriva l’ennesimo paradosso. Nella serata di ieri, lunedì 9 marzo, il Premier Conte ha illustrato a tutto il Paese le nuove misure emergenziali che, a partire da oggi, dovranno essere adottate da tutti, senza distinzione di Regione.


Così la Calabria diventa Lombardia, la Sicilia l’Emilia e così vai. Non esistono più diverse aree, l’Italia intera è una grande zona rossa.

Immediatamente dopo aver appreso le ultime decisioni del governo nazionale, in tutte le più grandi città è partita una vera e propria corsa contro il tempo per accaparrarsi quanti più possibili generi alimentari di prima necessità. Code interminabili ed i ‘famosi’ assembramenti che il Governo vieta da settimane. È così che gli italiani hanno reagito al monito: ‘Restate in casa’.

MA QUAL È LA SITUAZIONE A REGGIO CALABRIA?

Come si suol dire, “Tutto il mondo è paese”. Ed anche a Reggio, molte persone si sono affannate a far la spesa nei maggiori supermercati della città. Ma è assolutamente da smentire la notizia del caos. Nella mattina di oggi, 9 marzo, sono circolate su WhatsApp immagini che sembrano immortalare situazioni allarmanti.

Ma le foto raccontano la realtà? I reggini stanno facendo realmente ‘razzia’ o i direttori dei supermercati stanno cercando di mettere in atto le misure ministeriali con l’aiuto dei cittadini?

Ristobottega

In questi giorni, i dipendenti dei supermercati che, a pensarci bene, sono fra i soggetti a più alto rischio contagio, sono stati dotati di guanti e mascherina. Questa misura di prevenzione però non è ovviamente sufficiente. A Reggio Calabria si è deciso di procedere, innanzitutto, limitando l’ingresso dei clienti. Quindi ciò che occhi poco attenti hanno potuto osservare fuori dalla Coop o dal Conad, non era una ‘ressa ai supermercati’, bensì un’educata attesa con tanto di numerino per poter acquistare beni di prima necessità.

“Abbiamo gestito il flusso in entrata – spiega a CityNow il direttore del Parco Le Ninfee, Giuliano Folettidal piazzale antistante il supermercato. Si tratta di un grande cortile, all’aperto dove, volendo, la gente potrebbe sparpagliarsi per non entrare a contatto e quindi evitare gli assembramenti. Lo stesso vale per la Perla dello Stretto”.

La spesa quindi può essere svolta ‘normalmente’? No, purtroppo ci sono alcune limitazioni.


“Abbiamo iniziato la giornata con un accesso di 50 persone per volta. Abbiamo proceduto per tutta la mattinata monitorando, in tempo reale, il funzionamento di questa misura e, successivamente, abbiamo deciso di aumentare il numero di ingressi a 100”. 

Il rischio di contagio con un numero di clienti limitato è, per lo più, scongiurato.

“Abbiamo provveduto a trasmettere messaggi con l’altoparlante, ogni 15 minuti, per ricordare ai clienti di rispettare la distanza di sicurezza. Non si sono presentati problemi, tutti i presenti hanno evitato di creare assembramenti nei diversi reparti”. 

Foletti racconta a CityNow anche qual è la situazione alla Conad della Perla dello Stretto:

“Anche qui tutti gli operatori sono stati muniti di guanti e mascherine, ma si è provveduto, anche, a creare una segnaletica orizzontale per delimitare con del nastro la distanza minima da rispettare, ad esempio tra i clienti ed i banchi assistiti”. 

I clienti sono inoltre salvaguardati grazie a servizi straordinari di igienizzazione come, ad esempio, quello dei carrelli:


“Nel momento in cui avviene il ricambio da un cliente all’altro, gli operatori del supermercato provvedono a sanificare il carrello, in modo tale che chi non è munito di guanti possa comunque utilizzare senza preoccupazione i manici. È prevista anche la sanificazione delle casse che, presto, sarà attiva in tutti punti vendita. Queste ultime vengono igienizzate con alcol o candeggina, tutto nel massimo rispetto e per la cura del cliente”.

Niente scene di guerra, dunque, all’interno dei supermercati reggini, sola una dimostrazione di ‘comune’ civiltà.