Reggio, operazione Sbarre. Bombardieri: 'Ragazzini picchiati e minacciati con pistole'

Un'indagine che nasce da un fatto inquietante

Nella mattinata odierna, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori, dal Nucleo Cinofili di Vibo Valentia e dai Comandi Compagnia di Monza e Villafranca di Verona, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 19 persone.

L’attività d’indagine, condotta dalla Compagnia di Reggio Calabria da ottobre 2017 a marzo 2020, ha consentito di evidenziare l’esistenza di due distinti gruppi criminali dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, operanti in maniera non concorrenziale in zone contigue del quartiere Sbarre.

“Questa è un’indagine che nasce da un fatto inquietante: il sequestro di due ragazzini (uno di appena 13 anni), che avevano sottratto dello stupefacente all’organizzazione alla quale appartenevano. Questi due ragazzini -ha dichiarato il Procuratore Bombardierisono stati portati in alcuni locali, legati, minacciati con alcune pistole e anche picchiati. La paura di ulteriori ritorsioni spinge i ragazzini a fare una denuncia.”

“Durante l’esito dell’attività di riscontro con monitoraggio telefonico e servizi Ocp (osservazione, controllo e pedinamento), la compagnia di Reggio Calabria sotto l’attenta direzione del Comando provinciale ha permesso di delineare le organizzazioni riferibili per contatti e rapporti con le cosche di ‘ndrangheta storiche della città di Reggio. Questo -ha concluso- dimostra che le attività di spaccio in piazze importanti come Sbarre e in altre aree centrali cittadine era possibile grazie a questi contatti.”