Regionali, Falcomatà in caso di elezione: ‘A Reggio non succederà nulla, la consiliatura durerà fino alla fine del mandato’
Il sindaco metropolitano risponde ai dubbi di decadenza riguardo la sua possibile elezione
10 Settembre 2025 - 18:23 | di Redazione

“Alla città non succederà nulla”.
Con queste parole il sindaco Giuseppe Falcomatà ha rassicurato i cittadini di Reggio Calabria riguardo le preoccupazioni su eventuali effetti negativi legati alla sua candidatura alle prossime elezioni regionali, in programma per il 5 e 6 ottobre.
A margine della conferenza stampa di presentazione della lista del Partito Democratico, tenutasi questa mattina in Piazza Camagna, il sindaco, che corre per un posto in Consiglio regionale, ha chiarito cosa accadrebbe alla città in caso di sua elezione.
Falcomatà in Regione e il futuro della città
Falcomatà, candidato per il PD, ha sottolineato con fermezza che la città proseguirà con la sua consiliatura senza intoppi, fino alla scadenza naturale del mandato previsto per la primavera del 2026.
“Non ci saranno scioglimenti, né commissariamenti anticipati. Le date per la fine della consiliatura sono fissate dal Ministero degli Interni” ha aggiunto, precisando che la scadenza del mandato comunale sarà tra la fine di marzo e la fine di giugno, così come stabilito dalle normative.
L’affondo al centrodestra
Sugli avversari politici, il primo cittadino non ha dubbi:
“Credo che il fallimento del centrodestra sia nelle cose e sia pienamente compreso e vissuto dai calabresi ogni giorno, sui temi della sanità, sui temi dell’ambiente, sui temi del lavoro, sui temi del mancato cambiamento delle condizioni di vita che ci sono state in questi anni.
Com’è vero che dai dati che ha fornito la Banca d’Italia, un calabrese su due, quindi il 50%, si rivolge alle banche per chiedere un prestito, non per finanziare spese di investimento, ma perché sostanzialmente non riesce a mettere insieme il pranzo o la cena. Allora quando ci si confronta con una regione che è povera, perché i numeri dicono che è povera, è difficile raccontare di una “Calabria straordinaria”.
Il sostegno a Tridico
Sul candidato presidente del campo largo, Falcomatà assicura che “sta portando avanti una campagna elettorale di prossimità, che peraltro è quella che noi abbiamo portato avanti anche nel 2014 e nel 2020”.
“Una campagna che ci permette di avvicinare la politica ai cittadini e che consente di combattere, non sempre di risolvere, quello che è il tema dell’astensionismo”.
La famiglia Falcomatà e la politica
Il primo cittadino si è poi soffermato sul suo particolare legame con la politica e quello della sua famiglia con il Partito Democratico, reputando un “vanto” il non aver mai cambiato casacca, moda che accumuna la politica moderna.
“Io credo che i destini personali dei singoli siano la parte meno importante quando si ragiona di politica. Chi fa politica lo fa per un obiettivo più generale che è quello del bene comune, lo fa mettendosi al servizio di un partito che porta avanti dei valori e è un partito che si sente e diventa comunità. Io questo partito ce l’ho nel sangue, ce l’ho nelle ossa, perché è una tradizione familiare di quasi 80 anni. Da quando mio padre ha iniziato a fare politica, la famiglia Falcomatà ha sempre fatto politica non solo dalla stessa parte, ma sempre nello stesso partito, con quelli che sono stati poi i cambiamenti di nome del partito.
Il nome Falcomata – ha aggiunto – è inevitabilmente e indissolubilmente associato a quello del partito democratico e noi portiamo in dote anche in queste elezioni un dato di vita, un dato storico, un dato di militanza, di coerenza, di lealtà, di convinzione. E quando il partito chiama, per un impegno diretto, perché la sfida è importante, noi non ci siamo mai tirati indietro”.
La crociata per le deleghe
Infine, il candidato dem, ha ribadito la necessità di ottenere, finalmente, dalla Regione Calabria, le deleghe per la città metropolitana. Una crociata che sembra voler portare sui banchi di palazzo Campanella:
“In questi anni sono stati sottratti decine di milioni di euro per servizi che oggi non possono essere garantiti dall’ente metropolitano, riguardano le infrastrutture, riguardano la mobilità interna, i collegamenti fra i paesi, riguardano le politiche di welfare, le politiche culturali.
Proprio l’altro giorno abbiamo fatto un incontro con gli assistenti educativi perché c’è stata la difficoltà quest’anno, come ben sapete, a pagare l’ultima tranche, le ultime mensilità, perché dalla regione non arrivavano più risorse.
Ecco questo avviene perché non può incidere direttamente l’ente metropolitano, che comunque ha fatto la sua parte per risolvere il problema, ma aspetta appunto le deleghe.
Questo è il senso di questa sfida, aumentare il peso della città di Reggio Calabria in consiglio regionale, perché Reggio merita fiducia”.