Regionali, Il Pd trova in Florindo Rubbettino il candidato ideale

Vertice a Roma con l’editore calabrese che accetterà la sfida. Il centrodestra ancora nel limbo. I Cinque stelle decidono lunedì se partecipare alla competizione elettorale

Il Partito democratico, fino a ieri alla ricerca di un candidato per le Regionali calabresi che si terranno con ogni probabilità il prossimo 26 gennaio, sembra aver trovato la quadra.

Il nome su cui si sono concentrate tutte le attenzioni dei democrat è quello dell’editore Florindo Rubbettino, che proprio stamani ha incontrato al Nazareno i vertici nazionali del Pd. Ad annunciarlo in una nota, che conferma i rumors dei giorni scorsi, è lo stesso Rubbettino che, in una nota confida di ricevere ormai da settimane “moltissimi” inviti a considerare una candidatura a governatore della propria Regione di origine:

“È la terra che amo, che mi ha dato moltissimo e per la quale anche personalmente e con la mia famiglia abbiamo fatto qualcosa. Nonostante le mie molteplici riserve credo che quando queste richieste arrivano da più parti (associazioni, mondo del lavoro, della Chiesa, intellettuali) ascoltarle e riflettere seriamente sia doveroso”.

Una apertura chiara alla proposta giunta da Roma dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, incontrato proprio stamani nel corso di un incontro a cui ha partecipato anche il commissario regionale Stefano Graziano e il responsabile per il sud Nicola Oddati:

“Riconosco a Zingaretti e al suo nuovo corso la determinazione di voler avviare un serio rinnovamento della politica in Calabria” ha aggiunto l’editore calabrese che avrebbe chiesto comunque tre giorni di tempo prima di dare l’ufficialità dell’accettazione della candidatura. Tuttavia, gli indizi fin qui raccolti sembrano propendere per un “si”:

“Non so cosa deciderò – ancora Rubbettinoma qualora dovessi orientarmi positivamente, la mia sarebbe una candidatura autonoma dai partiti, fortemente orientata in senso civico, tesa a far emergere quanto di più interessante, innovativo e positivo c’è nella società civile calabrese, a prescindere dalle provenienze territoriali e politiche”.

Risolto un rebus, però, per il Partito democratico ne resta un altro, che risponde al nome di Mario Oliverio.

Il governatore uscente in rotta col suo ex partito, reo di non averlo voluto confermare, sembra comunque intenzionato a ricandidarsi, con quel pezzo di centrosinistra che lo ha acclamato a Lamezia, in quella che lo stesso Oliverio ha chiamato la “Leopolda calabrese”.

Proprio ieri, a Napoli, intervenuto alla tavola rotonda dal titolo “Il sostegno dei sistemi regionali del Mezzogiorno all’innovazione sostenibile del paese”, che ha dato avvio ai lavori del FORUM PA Sud, il Festival della Coesione per lo sviluppo del Mezzogiorno, Oliverio ha dato una nuova stoccata al suo partito:

“Il Pd – ha detto Oliverio farebbe bene a scendere nei territori e non solo a proclamare l’esigenza di confrontarsi con i territori ma a praticare confronto e coinvolgimento. Una grande forza democratica o si riapre a dialogo o si allontana sempre più dalla realtà”.

GLI ALTRI SCHIERAMENTI

Se il Pd ha rotto gli indugi, nel centrodestra le cose non sembrano ancora chiare. Il braccio fi ferro tra la Lega di Salvini e gli alleati sul nome del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, sponsorizzato tra i forzisti, da Vittorio Sgarbi, che l’altra sera dalla trasmissione di Rai Tre “Carta Bianca” ha parlato di “scandalo vero” con riferimento al veto posto da Salvini al sindaco di Cosenza, “perché c’è una fetta di Forza Italia – ha detto il critico d’arte – legata a famiglie come i Gentile, che ha in qualche modo indicato alla Lega una rotta per impedire la candidatura del miglior sindaco del sud Italia”.

A rincarare la dose, e porre dei paletti chiari alla Lega, ci ha pensato anche Silvio Berlusconi che, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, rispondendo a una domanda sulle candidature del centrodestra alle prossime elezioni regionali in Calabria, senza tanti giri di parole ha riaffermato:

“Per la Calabria dobbiamo incontrarci con Salvini e la signora Meloni, per definire anche qui il candidato, che però deve essere un candidato presentato da noi”.

Ed al momento prende quota il nome del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo.

In alto mare sembra anche il Movimento 5 stelle che, dopo l’esperienza in Umbria, ha deciso di andare coi piedi di piombo in tema di alleanze, escludendo di fatto una riedizione dell’accoppiata con il Partito democratico. Ma di più ha fatto e detto Luigi Di Maio, anche dopo il “no” di Pippo Callipo alle avance ricevute dai pentastellati. L’attuale Ministro degli esteri ha fatto sapere che Movimento Cinque Stelle si presenterà alle elezioni regionali solo sapendo di essere “pronto a risolvere i problemi e a mantenere le proprie promesse”. Un pensiero che al momento fa pensare ad una marcia indietro per le Regionali, che potrebbero essere orfane del M5s. Intanto, sembra fissato per lunedì prossimo, 18 novembre, l’incontro tra il capo politico, Di Maio, e gli eletti di Calabria ed Emilia Romagna per discutere delle imminenti regionali, e quindi se presentarsi o meno alla competizione elettorale.

Dunque, se Rubbettino, come sembra, dirà “si” al Partito democratico, saranno tre i candidati già in lizza. All’editore dallo spirito civico, si aggiungono, per la verità già da tempo, le candidature autonome di Carlo Tansi (“Tesoro Calabria”) già alla guida della Protezione civile regionale, e l’ex presidente di Confidustria di Reggio Calabria, Giuseppe Nucera, che correrà con la propria lista “La Calabria che vogliamo”.