Rissa in piazza a Campo Calabro con mazze e catene, un ferito. Adesso urge riflessione profonda

Dalle risposte dei ragazzi ai primi interrogatori sembrerebbe sia stata una lite d'amore la causa che ha scatenato l'enorme violenza tra i giovani

Quanto accaduto nella tranquilla Campo Calabro venerdì pomeriggio non può che far tremare genitori e famiglie di migliaia di ragazzi. Il racconto fornito dalla Polizia e le parole del comunicato di ieri mettono i brividi.

Circa 40 ragazzi si sono presi a botte con mazze e catene trasformando in far west la piazza che solitamente vive la tranquillità del paese.

TEATRO DI SCENA MAI VISTO, PICCHIATI A SPRANGHE E CATENE

Ciò che preoccupa maggiormente è l’età dei ragazzi, per lo più minorenni che, protetti dai caschi hanno armato una vera e propria guerra. Un raduno organizzato e premeditato con motorini e minicar pronti all’agguato.

Adesso si dovrà ricostruire la dinamica dei fatti e fortunatamente le telecamere che hanno registrato quasi l’intera scena, offriranno una chiara versione del terribile pomeriggio.

Un ragazzo sarebbe rimasto ferito con un dito rotto ed un forte ematoma alla testa.

LA LITE, I PROBABILI MOTIVI DELLA MAXI RISSA

Dalle prime ricostruzioni e dalle prime parole dei ragazzi dopo gli interrogatori sembrerebbe che tra i motivi principali della rissa ci siano ‘questionid’amore’ e due rivali avrebbero scatenato il putiferio coinvolgendo amici e rispettive comitive.

Insomma, una resa dei conti dettata da questioni per così dire d’amore. Tra gli sfidanti, da un lato gruppi di ragazzi provenienti da Villa San Giovanni e Campo Calabro, dall’altro gruppi di Archi e Catona.

RISSA A CAMPO CALABRO, LE PAROLE DEL SINDACO

Il sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci ha condannato fortemente l’atto dissennato:

“Un gesto insensato ed incomprensibile proprio perchè compiuto da ragazzi e ragazze. Al di là della condanna non possiamo sottrarci alla riflessione come questa pandemia anche nella nostra comunità abbia lasciato tracce profonde, nel bene e nel male. Il mio appello è a quanti abbiamo responsabilità nell’educazione dei giovani: dai genitori alla scuola, alle realtà associative. La prima cosa che va ricostruita è una dimensione relazionale e comunitaria senza la quale ogni ripartenza è non solo vana ma anche impossibile. E infine conclude dichiarando alla Gazzetta del Sud – Nel caso di procedimenti penali il Comune si costituirà parte civile”.