Rissa in via Marina, preoccupa il malessere dei giovani. Marziale: 'Non c'è nulla di reggino'

Lo stesso disagio viene avvertito in tutto il mondo e non solo a Reggio

E’ diventato virale in poche ore rimbalzando su ‘whatsapp‘ da un telefonino all’altro e raggiungendo così migliaia di cittadini.

Il video che ancora oggi viene condiviso e inoltrato a più non posso, cattura le immagini di una rissa, a dir poco crudele. Nel pieno centro città, a Reggio Calabria, decine di ragazzi si scontrano tra calci e pugni, in preda alla follia, a pochi passi dai lidi della via marina bassa, centro della movida reggina.

E’ sabato sera, e come sempre più spesso accade (in ogni parte del mondo), la rissa è dietro l’angolo. Un branco di ragazzi inferociti si getta contro altri giovani, in netta minoranza. E neppure quando il ‘nemico’ è a terra si placa l’ira dei giovani, per lo più minorenni. Tra loro si intravede anche una ragazza che cerca invano di separare i coetanei.

Su quanto accaduto, le forze dell’ordine stanno indagando e sono al lavoro per comprendere i motivi della rissa e le responsabilità di ciascuno. Certo è che la ‘colpa’ di sempre più frequenti liti in centro non può essere addossata alla città in sé, ma semmai ad un disagio giovanile che, come in ogni parte del mondo, avvertiamo sempre più insistente ed in costante aumento.

Abbiamo interpellato il sociologo Antonio Marziale:

“L’indegna gazzarra scatenatasi tra giovanissimi sul lungomare non ha niente di ‘reggino’ né di ‘calabrese’, ma sa tanto di globalizzazione”.

Dichiara ai nostri microfoni il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, che aggiunge:

“La violenza, ancor più se di gruppo, come risoluzione a finanche scaramucce di poco rilievo, è una sorta di status symbol dei tempi correnti, alimentato da un sistema mediale filmico e ludico, come i videogiochi, laddove vince il più violento. Una tendenza – continua il sociologo – eradicata ormai in ogni angolo del mondo e che non riguarda soltanto i minorenni”.

Per il presidente dell’Osservatorio:

“La crisi che pervade le istituzioni politiche, giudiziarie, religiose, ha creato una vera e propria anomia fra la gente, adolescenti compresi, per cui il ‘fai da te’ a caratterizzazione violenta, è visto come dimostrazione della ragione. Mettiamoci, poi, il sempre più diradato controllo genitoriale e la ‘bomba’ è innescata. Occorre – osserva Marziale – un patto di intesa sempre più forte e credibile tra istituzioni educative, scuola e famiglia in primis. Servono esempi adulti di riferimento ed è assolutamente importante che il sistema di controllo e di repressione mostri di avere muscoli d’acciaio, perché le dimostrazioni di debolezza e i facili perdonismi finiscono inesorabilmente per alimentare questa tendenza, ascrivibile ben oltre la voce ‘devianza’”.