Salute mentale: i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione

Dal binge eating all'anoressia, l'approfondimento sui disturbi dell'alimentazione da parte dell'esperta dott.ssa Clementi dell'Istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria

L’attenzione per l’aspetto corporeo e la sua stretta correlazione con l’alimentazione ha da sempre avuto notevole risonanza in ambito psicologico sia per la funzione del corpo quale spartiacque tra la sfera più intima di un individuo e l’ambiente esterno, sia per la rilevanza acquisita dall’alimentazione nel corso dei secoli, che da mera funzione nutritiva ha iniziato a rivestire l’importante ruolo di mezzo di socializzazione, di appartenenza a un gruppo o di strumento per definire le gerarchie sociali.

I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione

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Come ogni comportamento umano anche l’atto nutritivo riconosce aspetti patologici, le cui tracce risalgono al 400 a.C. nei trattati di Senofonte che  nel IV libro dell’Anabasi di Ciro descrive  un fenomeno di fame irrefrenabile che colpiva i soldati nelle spedizioni di guerra e a cui fu dato il nome di  “Bulimia”.

Quasi duecento anni dopo, invece, Galeno afferma:

“Coloro che rifiutano il cibo e non assorbono nulla sono chiamati dai greci anòrektous, che significa coloro che non hanno appetito ed evitano il cibo”.

Nascono così le parole Anoressia e Bulimia che acquisiscono  valenza clinica solo nella seconda metà del XX secolo a causa delle drammatiche conseguenze sull’ organismo derivanti da un eccessivo dimagrimento o aumento di peso. La più recente nosografia psichiatrica, riportata nel DSM 5, riconosce tra i disturbi dell’alimentazione e nutrizione:

  • l’anoressia nervosa;
  • la bulimia nervosa;
  • il disturbo dell’alimentazione incontrollata, noto anche come binge eating disorder;
  • il disturbo evitante-restrittivo dell’alimentazione;
  • il picacismo;
  • il disturbo da ruminazione.

L’anoressia nervosa è caratterizzata dalla limitazione nel consumo di cibo alla ricerca di una eccessiva magrezza provocata da una immagine distorta del proprio corpo e che conduce a un peso significativamente basso. I soggetti con anoressia nervosa alternano un limitato consumo di cibo a episodi di sovralimentazione seguiti da condotte compensatorie di eliminazione attraverso il vomito provocato o l’uso di lassativi per impedire l’incremento di peso. E come citato poc’anzi anche se anoressia significa perdita dell’appetito, molte persone con anoressia nervosa non perdono l’appetito finché non insorge lo stato di denutrizione.

La bulimia nervosa è invece, caratterizzata da ripetuti episodi di ingestione di grandi quantità di cibo in poco tempo cui segue il tentativo di rimediare all’eccesso di cibo consumato con condotte compensatorie simili a quelle praticate dai soggetti anoressici tipo il vomito provocato.

Nel disturbo da alimentazione incontrollata il consumo di cibo avviene in misura nettamente superiore a quella che la maggior parte della gente mangerebbe in situazioni e tempo analoghi e si associa all’angosciosa correlata alla perdita di controllo. Contrariamente all’anoressia e alla bulimia nell’alimentazione incontrollata non si manifestano comportamenti compensatori all’eccesso di cibo. Il disturbo evitante-restrittivo dell’alimentazione si distingue dai precedenti per l’assenza di preoccupazione relativa all’aspetto o al peso tipico di chi soffre di anoressia o bulimia nervose. In questi soggetti il comportamento evitante – restrittivo è riferito a  determinati cibi per il loro colore, per la consistenza o odore.

Il picacismo consiste nel mangiare regolarmente cose non commestibili.

Il disturbo di ruminazione è caratterizzato dal rigurgito del cibo dopo averlo consumato.

I disturbi dell’alimentazione e nutrizione esordiscono prevalentemente nell’adolescenza, con picchi tra i 14 e i 17 anni, interessando indistintamente entrambi i sessi, per quanto per molto tempo sia stata ritenuta una patologia prettamente femminile. La spasmodica ossessione per il corpo e per la propria immagine fa si che alcuni pazienti passino giornate intere davanti allo specchio o sulla bilancia, altri, invece, che mettano in atto comportamenti di vero e proprio evitamento, come il sottrarsi dal conoscere il proprio peso perché anche una piccola fluttuazione sarebbe inaccettabile.

I fattori predisponenti comprendono fattori genetici, psicologici e ambientali, ma giocano un ruolo fondamentale nell’insorgenza di queste malattie anche eventi come lutti, aggressioni, episodi di bullismo o fallimenti in ambito sociale, che determinano nel soggetto bassa autostima, difficoltà relazionali e insoddisfazione legata alla propria immagine corporea, fino allo svilupparsi di una vera e propria percezione distorta di quest’ultima.

I disturbi a maggior impatto clinico e sociale sono senza dubbio l’anoressia e la bulimia nervose, i cui sintomi coinvolgono la sfera fisica, psicologica e sociale dell’individuo che ne soffre. Le ripercussioni più evidenti, specie nel caso dell’anoressia, sono quelle organiche, come la carenza di produzione ormonale, gravi problematiche cardiache e renali, rallentamento delle funzioni intestinali, calo della libido, osteoporosi, capelli e le unghie sfibrati, pelle secca o aumento della peluria su tutto il corpo. Nei sintomi psichici troviamo, invece, la diminuita capacità di concentrazione, deficit mnesici, continui sbalzi del tono dell’umore con marcata apatia, irritabilità e rabbia, che nei casi più gravi conducono all’isolamento sociale.

Soffrire di un disturbo alimentare, quindi, limita non solo le capacità psichiche ma anche sociali e lavorative di un individuo dal momento che ogni evento o gesto, specie se correlato al cibo, può trasformarsi in motivo di ansia e frustrazione. Indubbia rilevanza è intervenire il più precocemente possibile per cui  è fondamentale che i segnali d’allarme vengano colti il prima possibile, non solo dal soggetto affetto dal disturbo, che nelle fasi iniziali tende  a sottovalutare la propria condizione, ma anche dagli amici o familiari, che possono essere  determinanti per una maggiore compliance del trattamento.

Il trattamento d’elezione è prevalentemente ambulatoriale e prevede l’assistenza psichiatrica e psicologica con il contributo anche di medici di medicina generale e nutrizionisti. Sarà quindi opportuno un intervento psicofarmacologico e l’avvio di un percorso psicoterapeutico individuale, di gruppo o familiare (specie nei soggetti minorenni) e un piano nutrizionale specifico finalizzato al recupero del peso o al miglioramento dell’apporto energetico (per ridurre le condotte inappropriate di compenso o di discontrollo alimentare). Di fronte a condizioni particolarmente gravi l’assistenza sarà primariamente di tipo medico e mirata alla correzione delle complicanze organiche correlate alla malnutrizione che possono in alcuni casi determinare l’ospedalizzazione.

La via della guarigione è un percorso lento e complesso, pieno di insidie e spesso di difficile risoluzione in quanto i pazienti che soffrono di disturbi alimentari, soprattutto nei casi di anoressia, presentano frequentemente la “negazione” del problema e la difficoltà ad abbandonare determinate convinzioni, per cui è necessario per  la realizzazione di una concreta possibilità di trattamento e un buon esito, che il paziente riconosca il disturbo, sia motivato al cambiamento e aderisca  con impegno al programma terapeutico.

Dottoressa Valentina Clementi