Scolacium, in Calabria il Parco che racconta la millenaria storia europea
La colonia romana di Scolacium, con i suoi imponenti resti, rappresenta un unicum nel panorama archeologico calabrese
06 Maggio 2019 - 17:58 | Redazione

Dici Calabria, pensi alla Magna Grecia. La nostra regione è ricca di monumenti, parchi e Musei che raccontano la millenaria storia della civiltà. Uno di questi è sicuramente il Parco Archeologico di Scolacium, che si trova a Roccelletta di Borgia, in provincia di Catanzaro.
Il Parco racconta la storia di Skylletion, città della Magna Grecia, che divenne una prospera colonia romana, Scolacium. L’area, oggi espropriata, faceva parte dei possedimenti dei baroni Mazza e, prima ancora, dei Massara di Borgia, proprietari di un’azienda per la produzione di olio.
Il sito è immerso in un uliveto secolare che costituisce il polmone verde della provincia di Catanzaro. I ritrovamenti nell’area del Parco testimoniano una frequentazione fin dal paleolitico inferiore e superiore.
La colonia romana di Scolacium, con i suoi imponenti resti, è la protagonista del percorso di visita e rappresenta un unicum nel panorama archeologico calabrese. Dedotta nel 123-122 a.C., fu interessata da interventi di sistemazione della parte urbana e dell’intero territorio attraverso la divisione delle parcelle coltivabili (centuriazione).
Essa prosperò fino alla rifondazione da parte dell’imperatore Nerva, quando assunse il nome di Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium e venne ulteriormente monumentalizzata. Oggi è possibile visitare il Foro, con la sua singolare pavimentazione in laterizio che non ha eguali in tutto il mondo romano e i resti di alcuni edifici, tra cui la Curia, il Cesareum e il Capitolium.
Poco distante dalla piazza è il teatro da 3.500 posti, adagiato, alla maniera greca, su una collina naturale e i resti dell’unico anfiteatro romano in Calabria. La città era anche dotata di terme, due acquedotti, fontane e necropoli.
La vita della colonia terminò intorno al VII-VIII secolo d. C., quando la popolazione si spostò, prima sulle alture del teatro e poi fino all’odierna Squillace, a causa di fenomeni di impaludamento che rendevano l’area inospitale.
Il Parco conserva resti architettonici che testimoniano la frequentazione del sito fino al XII secolo: l’imponente basilica normanna, che accoglie e stupisce i visitatori e che suggerisce l’importanza del luogo, nodo cruciale per le vie di comunicazione e per i rapporti con il territorio, anche in epoca medievale.
All’interno del Parco è Il Museo dove sono esposti i risultati delle campagne di scavo con un allestimento che ripercorre la storia della città attraverso reperti che documentano la vita antica sotto ogni aspetto. Il museo conserva un importante ciclo statuario e di ritrattistica romana. Si segnala, infine, uno straordinario manufatto: l’avambraccio colossale in bronzo.
Dal 2007 a oggi quasi 7 milioni di euro sono stati stanziati attraverso i fondi strutturali europei per rendere godibile dal pubblico il parco archeologico. Il finanziamento più importante, 1 milione e 800 mila euro, ha riguardato gli scavi dell’anfiteatro, il sistema di illuminazione e alcune mostre di arte contemporanea. Ma le aeree di intervento finanziate dalla politica di coesione sono molte e riguardano tanto la conservazione dei resti quanto la fruizione dell’area, scrigno della storia millenaria della cultura europea.