Scoperta "L'ultima cena calabrese", copia del capolavoro di Leonardo - FOTO

Il 2019 è l’anno di Leonardo da Vinci e cosa pensereste scoprendo, a distanza di secoli, che esiste una 'versione calabrese'  de "L'ultima cena"?

Il 2019 è l’anno di Leonardo da Vinci e cosa pensereste scoprendo, a distanza di secoli, che esiste una ‘versione calabrese’  de “L’ultima cena“?

Ogni persona, abbastanza grande da aver studiato, conosce il famoso quadro che immortala l’istante esatto che segue la dichiarazione di Gesù del tradimento di uno dei suoi discepoli, in cui si scatenano le diverse reazioni degli apostoli. Non serve affatto essere degli intenditori d’arte per conoscere il celebre dipinto che ha fatto la storia.

Anche se, come aveva ben intuito Goethe, il Cenacolo di Leonardo:

«è assolutamente unico e non vi è nulla che possa essergli paragonato»

Esistono numerose copie dell’originale vinciano: tra le opere a grandezza naturale spicca, per pregio e antichità, la copia del Giampietrino, altra copia, questa volta leggermente più piccola è quella attribuita a Marco d’Oggiono.

Vi sono inoltre altre copie meno famose a Vienna, al Da Vinci Museum di Tongerlo (Belgio) e vicino Lugano. Altre copie da ricordare sono quelle presenti ad Alzate Brianza, a San Lorenzo Maggiore a Milano.

Ma anche in Calabria vi è una copia di questo meraviglioso capolavoro, nascosto e abbandonato nel convento dei Cappuccini a Saracena (Cs).

Ormai ridotto a rudere e raggiungibile solo a piedi, il convento fu fondato nel 1588 e acquisì particolare importanza nel corso dei secoli XVII e XVIII diventando sede del noviziato e luogo di studi (in esso trascorse un anno il Beato Angelo d’Acri). Tra alti e bassi chiuse definitivamente nel 1915 e l’ultimo suo utilizzo fu come prigione nel 1917 e 1918.

L’affresco de L’Ultima Cena, di cui è ignoto sia l’autore che la data di realizzazione, ma con chiarissimi riferimenti alla ben più celebre opera di Leonardo, si trova nel Refettorio del complesso conventuale.

L’opera è venuta alla luce grazie al lavoro dell’Associazione Culturale Mistery Hunters che invita quanti vedranno le immagini a contattarli per avere maggiori notizie in merito.

Fonte: Mistery Hunters

Foto: Francesco Propato