Un sistema di accessibilità smart per Pizzo Calabro, Tropea e Scilla

"I nostri tramonti non hanno niente da invidiare a quelli di Santorini"

La nostra terra offre opportunità turistiche invidiabili a tutto il vecchio Continente e non. Nella zona tirrenica meridionale, tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, emergono tre perle affacciate sul Mar Tirreno: Pizzo Calabro, Tropea e Scilla, situate tra le aspre montagne, le vallate selvagge e le campagne coltivate della Calabria del centro sud. Sono tre borghi i cui centri rappresentano un’evoluzione storica importante caratterizzata dalla diversa presenza di evidenze architettoniche. Essendo posizionati i tre centri ad ovest, il sole tramonta sul mare e d’estate è sovente gustare il bellissimo “sunset” con lo sfondo del vulcano di Stromboli (niente da invidiare ai più famosi tramonti di Santorini).

La perla di Pizzo, ed il suo centro storico, è ricca di testimonianze architettoniche Aragonesi, la cui principale è rappresentata dal Castello di Murat, voluto da Ferdinando I di Aragona nel 1492, edificio dalla struttura quadrangolare a picco sul Tirreno. Dedicato a Gioacchino Murat, prigioniero e fucilato nell’ottobre del 1815, il castello è anche un museo in cui è possibile ammirare la ricostruzione storica e le testimonianze dei drammatici avvenimenti legati al generale francese, tra arredi, quadri e abiti d’epoca. Il centro storico offre anche la presenza della Chiesa di San Giorgio, costruzione barocca dal portale in marmo del 1632. Da non trascurare il borgo marinaro, caratterizzato da ristoranti, bar e pizzerie tradizionali, e le vie del centro storico, ricco di piccole botteghe artigiane.

Il noto polo turistico di Tropea, dopo la passeggiata lungo le sue spiagge bianche, offre una caratteristica salita alla chiesa, assegnata da Urbano II all’abbazia di Montecassino nel 1077, rifatta alla fine del Trecento, poi ricostruita dopo il terremoto del 1905. Il centro storico, costruito su una roccia di 50 metri di altezza a picco sul mare, si caratterizza da corso Vittorio Emanuele II, via Roma fino alla Cattedrale romanica siculo-normanna del XII secolo, i vicoli colmi di botteghe, locali e negozi, la balconata sullo scoglio di Santa Maria dell’Isola.

Nella stupenda Scilla ha sede Chianalea, il suo quartiere più caratteristico, dagli stretti vicoli e dalle scale che terminano in mare; il quartiere di San Giorgio, nella zona centrale della cittadina, e Marina Grande, il quartiere turistico, completano le bellezze della cittadina in provincia di Reggio Calabria, di fronte alla punta estrema della Sicilia. Senza tralasciare il castello dei Ruffo di Calabria, simbolo di Scilla, castello arroccato sulla rupe che il Conte Paolo Ruffo trasformò da struttura militare a residenza nobiliare. Piace ricordare dall’Odissea (XII) come Scilla fu una Naiade, una bellissima ninfa marina che soleva fare il bagno nella spiaggia di Zancle – oggi Messina. E proprio qui un giorno Glauco la vide e se innamorò, ma alla vista del dio marino – figlio di Poseidone, barba azzurra e fattezze semi-ittiche – la fanciulla scappò via. Disperato, Glauco cercò aiuto nei filtri magici di Circe, che a sua volta gli propose il suo amore. Al rifiuto di lui, la maga scaricò la sua vendetta sull’innocente Scilla, che venne trasformata in mostro marino. Le forti correnti dello stretto che tante navi abbatterono furono spesso scambiate per un essere malvagio tra i flutti, che divenne il terrore dei marinai della zona.

Tre perle accomunate da una identica peculiarità: il sistema di accessibilità.

I tre poli turistici sopportano l’afflusso di un ingente numero di turisti, con ripercussioni sulla qualità della vita, ambientale ma non solo, della popolazione residente ed ospite, a causa del notevole “traffico parassita”, spostamenti che avvengono prevalentemente con l’auto per la ricerca del parcheggio e/o dell’area di sosta. Sia pur limitato ai periodi critici (di vacanza), in generale la qualità della vita dei residenti e degli stessi ospiti in un piccolo contesto in cui per pochi mesi all’anno la popolazione arriva anche a decuplicarsi non risulta la migliore.

In tal senso il miglioramento della mobilità, la riduzione delle distanze da percorrere per la ricerca del parcheggio ed una razionalizzazione degli accessi nei tre centri avrebbero un effetto certamente positivo per la collettività. L’uso esasperato dell’auto e la sosta selvaggia nei piccoli centri turistici conduce in particolari momenti ad un blocco totale della viabilità, senza dimenticare che il traffico è la fonte primaria non solo dei principali inquinanti atmosferici, ma anche dell’inquinamento acustico. Anche a Pizzo, Tropea e Scilla.

Occorre pensare, quindi, ad un progetto comune i cui obiettivi convergano verso un modello di governance della mobilità sostenibile la cui finalità sia quella di ottimizzare il sistema degli accessi e della sosta in queste tre località, la cui vulnerabilità rispetto ai propri flussi turistici si concentra nei forti vincoli di accesso (uno/due strade principali), nei vincoli orografici (scarsità di spazi da dedicare a parcheggi, vie cittadine strette e tortuose, presenza di borghi storici e vicoli) e flussi turistici concentrati in limitati periodi dell’anno.

Un sistema di accessibilità, green e smart, giusto appunto per i luoghi interessati. Il sistema della sosta (green park e smart parking), la rete di accoglienza (infomobilità) e l’offerta di servizi di trasporto mirata (mobilità elettrica, sharing) costituiscono gli elementi base per un modello di governance cui devono tendere i tre poli turistici calabresi per rispondere adeguatamente alle richieste di un mercato turistico sempre attento ai servizi offerti dai territori.

Marco C. Foti