Coi soldi delle tartarughe pagavano i debiti di gioco. Chiesto rinvio a giudizio per ex amministratori di Palizzi

Al centro dell’indagine, un giro di denaro

Spregiudicate operazioni finanziarie, mandati di pagamento ingiustificati, rimborsi spese per trasferte inventate e perfino l’utilizzo di Inps card intestate a dipendenti occasionali del comune; e ancora i fondi destinati al progetto per la salvaguardia delle tartarughe Caretta Caretta e quelli per l’ostello della gioventù riconvertito per l’accoglienza ai migranti in seguito all’emergenza sbarchi del 2016: queste le ipotesi di accusa che il sostituto procuratore di Locri Michele Permuniam ha formalizzato nei giorni scorsi davanti al Gup del tribunale jonico, nei confronti di 22 indagati (per due di essi la procura ha chiesto lo stralcio) finiti nell’inchiesta “affare comune” che ha smascherato, nel maggio del 2018, una serie di presunti artifici economico finanziari messi in campo dall’allora sindaco del comune di Palizzi – piccolo centro al confine tra la Locride e l’area Grecanica, commissariato per infiltrazioni mafiose nel giugno dello scorso anno – Walter Scerbo e dell’allora suo vice Davide Plutino a cui si aggiungono una manciata di indagati tra ex amministratori e funzionari comunali.

IL SISTEMA

Al centro dell’indagine della Procura di Locri, un giro di denaro – in tutto ammonterebbero a circa 350 mila euro i fondi che sarebbero stati sottratti dalle casse comunali e dai progetti finanziati dall’Unione Europea per il recupero delle tartarughe (a Brancaleone, qualche chilometro più a nord, da anni opera il progetto Tartanet, il centro d’eccellenza che si occupa del soccorso e del recupero delle tartarughe marine in un’area vastissima che copre tutto il litorale jonico e, attraverso lo Stretto, la zona attorno alle isole Eolie e a cui il comune di Palizzi di era affiancato con il progetto “life caretta”) e per l’accoglienza ai migranti. Di questa montagna di denaro, ipotizzano gli inquirenti, quasi 100 mila euro sarebbero stati “girati” dall’allora numero due della giunta comunale, per coprire una serie di debiti di gioco accumulati dall’ex amministratore tra slot e scommesse on line.

E poi le strane fatture che avrebbero rendicontato in modo fantasioso i quasi 83 mila euro destinati al progetto di salvaguardia delle tartarughe (considerate come specie a rischio estinzione e che da anni ormai hanno scelto le coste reggine dello Jonio per la nidificazione) e i quasi 100 mila che, almeno sulla carta, sarebbero finiti nel calderone per la gestione dell’emergenza sbarchi datata estate 2016, quando decine di barconi carichi di migranti sbarcarono sulle coste calabresi e siciliane. In quell’occasione gli indagati, anche grazie all’apporto di una serie di funzionari dell’ente, avrebbero richiesto rimborsi illegittimi alla Prefettura per la struttura dell’ostello della gioventù che, sempre sulla carta, avrebbe dovuto accogliere e gestire circa 100 persone e che invece avrebbe lasciato molti degli operatori addetti all’accoglienza, con la classica foglia di fico in mano. Il Gup di Locri ha rinviato a settembre l’udienza per la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio per gli ex amministratori di Palizzi.