Sotto casa di Lucio’: il reggino Adriano Modica omaggia il grande cantautore bolognese.
03 Marzo 2014 - 17:27 | di Redazione

di Giacomo Fava – Il 4 marzo “Sotto casa di Lucio” si terrà la notte bianca in via D’Azeglio per ricordare Lucio Dalla.Sul palco di Bologna vi saranno diverse esibizioni tra cui anche Adriano Modica.Il giovane cantautore reggino ha registrato il suo terzo album “la Sedia” tra il 2010 e il 2012 nell’Ambulatorio Polifunzionale Mobile, uno studio di registrazione mobile di Modica, da città come Reggio Calabria, Roma, Bologna e Londra.La Trilogia dei Materiali è composta da “Annanna” (2008) che è l’album di stoffa; “Il fantasma ha paura” (2007), l’album di pietra; “La sedia”, l’album di legno capitolo conclusivo della trilogia, è l’album del riavvicinamento all’essere umano, a se stessi.Il legno de “La sedia” è sempre un materiale duro, ma caldo, un tempo è stato vivo. Si fa pace con i fantasmi del passato e con i mostri del presente, li si affronta con più consapevolezza e alla fine è possibile trovare la via per riinnamorarsi di tutto.In alcuni brani compare il “Coro Acrobatico delle Voci nell’Armadio”, un coro composto da una cinquantina di amici registrati in giro per l’Italia ma lo special guest dell’album è l’artista inglese Duggie Fields, voce radio in “Alieni” che nel ’69 era coinquilino di Syd Barrett nell’appartamento di Wetherby Mansions.Il disco inizia con la distruzione dei sogni in quanto sono stati travisati e trasformati in un imbroglio, prima di tutto per se stessi nel brano Alieni ed è per questo che ne ‘Il bastone’ e ‘La scala’ anche le stelle perdono la loro consistenza romantica di desideri e speranze e diventano pietre sospese in aria che cadono vicine e prenderle diventa facile, normale, vuoto.In ‘Almeno il cielo’ è sempre uguale siamo noi che perdiamo bellezza e siamo noi che ci accontentiamo di quello che ci resta goffi, impacciati e confusi anche se non ci basta perchè quello che manca è qualcosa di più profondo.Maldestri pretendiamo avidamente dagli altri (Che mi dai) come se questo bastasse a sedare il bisogno di riavere noi stessi, mancanza che ci schiaccia nell’apatia emotiva, nella narcosi dell’anima, nell’aridità (Il divano).Ci ritroviamo a scavare pigri e svogliati nella memoria per cercare tracce di vita. Uno zapping nel cervello che porta inizialmente (Alluminio) al ricordo di rinuncie, a pensare vigliaccamente che non è mai cambiato nulla, ma in un secondo momento riemergono momenti felici (C’era una volta a Pietrastorta) in cui eravamo vivi e siamo stati grandi (Stelle scalze) e i nostri occhi erano così forti da dare bellezza alle stelle.Il ricordo non è qualcosa che non c’è più, ma qualcosa che c’è stato e dal quale si può prendere la forza per cercare occhi nuovi, cercare di essere noi nuovi (L’albero delle mollette).Il ricordo può salvare. Per nascere bisogna prima non esistere, per rinascere bisogna prima morire. Nascita e morte tornano funzionali l’una all’altra come eventi in continuo susseguirsi nell’ambito della stessa vita. Il mondo si rigenera da sempre, i cicli si aprono, si chiudono e si riaprono.Evoluzione ed involuzione indispensabili l’una all’altra. Si va a dormire per risvegliarsi e infine una ninnananna (Ninnananna per Lulù) per portare a dormire quello che siamo stati perchè una testa che dorme è il posto più sicuro per custodire le cose preziose.