“Due anni di lavoro. Decine di migliaia di chilometri, dalla Calabria al Canada. Migliaia e migliaia di pagine di atti e sentenze. Decine di persone intervistate, alcune che non posso indicare con nome e cognome. È stato un viaggio intenso; a volte spaventoso e a volte molto esaltante, perché i cattivi stavano perdendo. Qualche volta è stato persino un viaggio molto a ritroso nel tempo. Statale 106 è in libreria”.
Sono queste le toccanti parole di Antonio Talia in un post Facebook attraverso il quale annuncia l’uscita del suo libro.
Nato a Reggio Calabria, ex corrispondente da Pechino, Talia si è occupato di riciclaggio di denaro sporco tra Italia e Cina, gang di strada in Svezia, jihadismo in Indonesia e operazioni finanziarie illecite a Hong Kong. È coautore di Io sono il cattivo e Nessun luogo è lontano, trasmissioni di affari esteri in onda su Radio24. Ed ora, dal 31 ottobre, sta per conquistare i lettori italiani con un’opera ben costruita.
VIAGGIO SULLE STRADE SEGRETE DELLA ‘NDRANGHETA
Un viaggio di 104 chilometri su una strada a doppio senso, stretta tra le acque del mar Jonio e le pendici dell’Aspromonte: il percorso da Reggio a Siderno dura solo un’ora e mezza di auto, ma dalla Calabria si ramifica attraverso cinque continenti e oltre quarant’anni di crimini.
Dall’omicidio del potentissimo amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Lodovico Ligato fino a maxioperazioni di riciclaggio a Hong Kong; dai rapporti privilegiati coi narcos colombiani fino al brutale assassinio del giornalista Ján Kuciak e di Martina Kusnírová, in Slovacchia; dal più grande carico di ecstasy di tutti i tempi nascosto nel porto di Melbourne, fino alle guerre che stanno insanguinando i sobborghi di Montréal e Toronto.
Guidare sulla Statale 106 significa risalire fino alla sorgente del fenomeno globale ’ndrangheta, un’organizzazione capace di celebrare i riti ancestrali di una Madonna in lacrime mentre mette a segno spericolate operazioni finanziarie internazionali da milioni di euro.
Statale 106 è un viaggio dentro la storia e la psicogeografia, e il suo punto d’arrivo non può che essere quello di decifrare la mente degli affiliati.
Con l’istinto infallibile del giornalista d’inchiesta, la passione del romanziere e l’emozione di chi racconta la propria terra d’origine, Antonio Talia ha costruito un reportage lucido e pieno di rabbia, un’immersione nel male che ha il sapore aspro della verità.